SANT’EGIDIO – Il suo arresto ha messo fine a due anni di violenze, minacce, privazioni, in un clima di terrore che in famiglia aveva mietuto diverse vittime: non solo la moglie ma anche il suocero 60enne e la cognata 29enne erano state raggiunte da pestaggi e minacce. Altin Gjoni, operaio incensurato albanese di 39 anni, è finito in cella per stalkin, maltrattamenti in famiglia, minacce, percosse e lesioni personali aggravate. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata firmata dal gip del tribunale di Teramo, Roberto Veneziano su richiesta del pm Stefano Giovagnoni, che ha chiuso un fascicolo che raccoglie dettagli ed episodi che andavano avanti dalla fine del 2010, Gjoni, che viveva con la moglie a Sant’Omero, aveva sempre tenuto soggiogata la donna in un crescendo di violenze e minacce, anche con un coltello puntato alla testa, culminate con un vero e proprio pestaggio davanti alle figliolette e con un raid punitivo al pronto soccorso dell’ospedale di Sant’Omero, spalleggiato da altri connazionali, per minacciare la donna che si era recata lì per medicare le ferite. Così come gli episodi relativi alle botte ricevute dal suocero e dalla cognata, intervenuti in difesa della moglie dell’operaio. Altin Gjoni è stato rinchiuso nel carcere di Castrogno a disposizione del magistrato.
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