Teramo Lavoro, occupazione finita. La rabbia dei sindacati: "Trattative compromesse dal clima di paura"

TERAMO – I 110 dipendenti della Teramo Lavoro che avevavno occupato l’aula consiliare della Provincia per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti, hanno lasciato la Provincia dopo un incontro avvenuto a tarda ora con il presidente Valter Catarra e dopo un ulteriore tavolo di trattativa con i sindacati amareggiati per il clima di paura che avrebbe condizionato la trattativa e il destino dei lavoratori. “Il clima di caccia alle streghe, le voci che dalla Procura della Repubblica circolano relative a imminenti avvisi di garanzia o provvedimenti di custodia cautelare a carico di esponenti della Giunta provinciale e di Teramo Lavoro, che dovrebbero invece essere coperte da segreto istruttorio, hanno pesato sul destino dei lavoratoti”. E’ quanto hanno dichiarato i responsabili della Funzione Pubblica di Cgil e Cisl, Monia Pecorale e Fabio Benintendi, indignati per gli impedimenti e l’incertezza generata a danno dei lavoratori che, a causa del mancato rinnovo dell’affidamento dei servizi (e dunque la proroga dei rapporti di lavoro), non potranno nemmeno accedere agli ammortizzatori sociali. “Il paradosso vergognoso – si legge nella nota dei sindacati – è che questi lavoratori stanno pagando per responsabilità di altri e saranno gli unici nella provincia di Teramo a non poter accedere al diritto di avere un sostegno al reddito in questo momento di crisi, diversamente da altri lavoratori”. I sindacati, dopo lo sciopero della fame proclamato ieri, hanno ribadito che la protesta e’ solo l’inizio. A partire dal 9 gennaio, si faranno tutte le pressioni necessarie perché la sottoscrizione degli accordi tra Regione e Provincia e gli atti consequenziali vengano posti in essere tempestivamente e affinché la disponibilità futura dei fondi dell’Ente vada a ripristinare i rapporti di lavoro nei servizi propri dell’Ente. “E’ bene che si sappia dichiarano a tal proposito Pecorale e Benintendi – che non si è più disponibili a tollerare atteggiamenti pretestuosi da parte di chi dovrà firmare gli atti necessari”. Inoltre nell’assemblea dei lavoratori convocata per il 10 gennaio alle ore 17 nella sede della Cgil di Teramo, si decideranno le ulteriori azioni di protesta da mettere in campo.

Si apre la strada della disoccupazione. L’impegno di Catarra a riassorbire parte dei lavoratori
Al termine dell’incontro con i lavoratori il presidente Catarra ha spento ogni speranza: “Abbiamo fatto tutti i tentativi e ascoltato tutti i pareri possibili– ha detto il presidente- non c’è alcuna via amministrativa e giuridica per tentare la strada della cassa integrazione, così come legittimamente chiesto dai sindacati. Non è possibile stipulare una nuova convenzione con la Teramo Lavoro, anche per pochi giorni, senza avere a monte un capitolo di spesa dedicato e noi. Ora, non lo abbiamo perché non abbiamo fondi nostri, già spesi per anticipare quelli dell’FSE sospesi; non ancora abbiamo un atto amministrativo per certifica le risorse del nuovo Por e non abbiamo più fondi nei settori perché abbiamo dovuto azzerare interi capitoli di spesa dopo le decisioni del Parlamento”. Per i dipendenti della Teramo lavoro si apre la strada della disoccupazione anche se Catarra ha ribadito l’impegno dell’amministrazione nei confronti della società in house e dei sindacati: quindi, una volta che la Regione e le quattro Province avranno concluso il percorso per l’assegnazione dei nuovi fondi regionali dell’FSE –  circa 800 mila euro – prevedibilmente entro febbraio “si apriranno due scenari: se i dirigenti ci diranno che è possibile che la Teramo Lavoro richiami il personale già selezionato (sulla base degli obiettivi del nuovo Por) saranno individuate le figure professionali necessarie e la società le fornirà, se si deve andare ad una nuova selezione sarà fatta una nuova selezione. Considerata comunque la riduzione delle risorse e l’obbligo da parte della Provincia, diventato ente intermedio, di assicurare i servizi essenziali con i propri dipendenti mi pare prevedibile che sarà difficile reimpiegare tutti e 110 i dipendenti ma sono comunque questioni che andranno valutate a tempo debito”.

Verrocchio (Pd): "Catarra non scarichi le responsabilità"
"La Provincia inizi a darsi davvero da fare per risolvere la questione Teramo Lavoro, senza dare ogni volta ad altri la responsabilità della questione”. Sulla vicenda ha preso posizione anche il segretario provinciale del Pd: “Sono mesi che assistiamo ad un stillicidio indegno su quello che dovrebbe essere il futuro della società, tra annunci, rinvii e inchieste della magistratura. Catarra dica chiaramente se quei 110 lavoratori sono una risorsa per l’Ente oppure no, e agisca di conseguenza. Il presidente dice di non avere la copertura finanziaria. La Regione però ha deliberato la ripartizione dei fondi per il settore lavoro, per il funzionamento dei centri per l’impiego, e questo permetterebbe la continuazione del rapporto per 60 dipendenti. Catarra eviti di trovare le scuse dei tagli ed eviti di dare sempre la colpa ad altri per la situazione disastrosa in cui sta lasciando la nostra provincia".