TERAMO – La pillola abortiva “Ru486”, in commercio da 20 anni in diversi Paesi, oggi arriva in alcuni ospedali italiani dove sarà somministrata con l’obbligo di ricovero. Non sarà erogata in Abruzzo così come in nessun ospedale del centro-sud. “Un fatto gravissimo” per Nicola Ludovico, direttore dell’Unità operativa di Assistenza Consultoriale della Asl di Teramo, il quale chiamato a rispondere da www.emmelle.it sulla situazione in Abruzzo, ritiene ci sia ancora troppa confusione tra la pillola del giorno dopo e la “Ru 486”. Ma al di là di quella che ritiene una cattiva informazione, nodo centrale della questione è l’obbligo di ricovero, ritenuto “inaccettabile” dal dottor Ludovico, secondo il quale è un’imposizione che va a smorzare i vantaggi di un aborto farmacologico. Ricorvero che, per Ludovico, è una forzatura ulteriore se si pensa che il sistema sanitario abruzzese è già fortemente piegato da un numero elevato di ricoveri inappropriati. “Si tratta di una questione che vede l’Abruzzo in ritardo rispetto a numerose altre realtà – dichiara il direttore dei consultori – e che necessita presto di un confronto visti i risvolti di natura politica, medica e sociale”. A questo proposito, il dottor Ludovico ha reso noto che si è già attivato con l’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, al quale ha sottoposto la necessità di nominare quanto prima una commissione per iniziare ad attivare la sperimentazione in Abruzzo.
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