Protesta negata, ma Rifondazione Comunista ritenta

TERAMO – Parla di “pericoloso restringimento degli spazi di democrazia” il circolo teramano di Rifondazione Comunista intervenuta sul veto che le Forze dell’Ordine hanno posto allo svolgimento di nuove manifestazioni dopo i tafferugli scoppiati in centro storico a Teramo lo scorso 27 novembre tra opposte fazioni di giovani di estrema sinistra e anarchici ed esponenti di Forza Nuova. Rifondazione Comunista ha chiesto alle autorità di poter svolgere sabato 18 dicembre un presidio in occasione del primo anniversario (il 23 dicembre) dell’ accoltellamento che un anno vide il coinvolgimento di un gruppo di giovani all’uscita dell’Heaven a Villa Pavone, un presidio che com’era prevedibile dopo la guerriglia in centro storico è stato negato. “L’intenzione – si legge nella nota di Rifondazione – era quella di permettere a tutti gli antifascisti di chiedere giustizia per quell’aggressione ancora impunita nella quale le vittime si sono trasformate in complici degli aggressori in una generica rissa, senza distinzione di ruoli per la Procura della Repubblica e per i carabinieri che hanno condotto le indagini in modo maldestro e “curioso”. Rifondazione Comunista nel leggere la mancata autorizzazione dell’assemblea come un segnale di restringimento della democrazia”, ha chiesto nuovamente l’autorizzazione per sabato 8 gennaio. “Un ulteriore diniego sarebbe inaccettabile – conclude Rifondazione Comunista che invita “le forze antifasciste” a partecipare all’iniziativa di gennaio.