Dall'Abruzzo si paventa il plagio per Umberto Eco

CHIETI – Un’accusa di plagio per Umberto Eco viene ventilata proprio dall’Abruzzo. L’editore Solfanelli, attraverso l’ufficio stampa, paventa la possibilità che il grande scrittore abbia attinto a piene mani, per il suo "Il cimitero di Praga" da "La tragica morte di Ippolito Nievo. Il naufragio doloroso del piroscafo Ercole" di Cesaremaria Glori e edito dall’editore di Chieti Solfanelli, proprio quest’anno. Ecco che cosa scrive l’editore abruzzese, che pure si accontenterebbe di un’ammissione di ispirazione da parte di umberto Eco. Ma le vie legali non sono esluse.

"Per raccontare l’avventura garibaldina di Ippolito Nievo conclusasi tragicamente il 4 marzo 1861 nel suo recentissimo "Il cimitero di Praga", Umberto Eco deve aver preso spunto dal libro "La tragica morte di Ippolito Nievo. Il naufragio doloso del piroscafo Ercole" (Solfanelli, Chieti 2010). Umberto Eco sembra attingere vistosamente e palesemente al libro di Cesaremaria Glori, non soltanto per narrare con taglio romanzesco i fatti, ma anche per interpretare la caduta del Regno delle Due Sicilie nel quadro della volontà politica della Gran Bretagna di quel tempo. Volontà tesa a scardinare il Papato non tanto come Stato quanto come istituzione. Il Regno delle Due Sicilie doveva essere fagocitato da uno Stato laico e incline a perseguire una secolarizzazione della vita pubblica dell’intera penisola. La sua caduta era necessaria per eliminare l’ultimo baluardo difensivo del Papato. La strana assonanza tra il saggio di Glori e il romanzo di Eco è stata rilevata nel corso della presentazione della nuova edizione de "Il Prato in fondo al mare" di Stanislao Nievo (nipote di Ippolito Nievo), avvenuta martedì 30 novembre, nei locali del Museo Etnografico Pigorini di Roma, suscitando viva curiosità e sconcerto. È in corso la stesura di un dettagliato elenco di brani ove appare chiara, dal confronto dei due testi, l’esistenza di un possibile plagio. L’Autore e l’Editore non intendono sollevare alcuna questione legale, ma il loro intento è far emergere, quantomeno, che Umberto Eco si è ispirato per la realizzazione di un capitolo del suo romanzo attingendo copiosamente al libro di Cesaremaria Glori "La tragica morte di Ippolito Nievo. Il naufragio doloso del piroscafo Ercole". Ci si aspetta che Umberto Eco riconosca semplicemente di aver attinto all’altrui fatica, per una mera e semplice questione di onestà intellettuale".