Screening dei tumori, Atri perde il suo fiore all'occhiello

TERAMO – Salute a rischio per le donne abruzzesi senza l’attività di prevenzione effettuata dal Centro regionale sui tumori di Atri. La provincia di Teramo perde un importante punto di riferimento per la diagnostica femminile mentre si conferma che il centro-destra non ha a cuore il destino del presidio ospedaliero di Atri ormai privato di ogni servizio essenziale”. A lanciare l’allarme, annunciando un’interpellanza in Consiglio regionale, è il consigliere del Pd Claudio Ruffini che parla di un dimezzamento nel 2011 dell’attività di screening nel Centro di Atri. “Questa giunta regionale ha azzoppato uno dei fiori all’occhiello di Atri. Il Centro – spiega Ruffini rappresentava un punto di riferimento per le donne del teramano impegnato in attività diagnostiche di malattie come il tumore all’utero, uno screening importantissimo per individuare fattori di rischio presenti in una comunità in una fase precoce, permettendo così di giungere ad interventi terapeutici tempestivi e standardizzati in modo di ridurre sistematicamente la mortalità delle donne”. Il problema per Ruffini sta nell’organizzazione impartita al servizio scisso dal 2011 in due parti: Una “Prima fase” gestita e curata dall’assessorato alla Prevenzione, e una “seconda fase” (follow up e trattamento) che dovrebbe ricadere nel settore Diagnosi e Cura. “E’ stata eliminata la struttura regionale di coordinamento – spiega Ruffini – assegnando ai direttori generali la nomina di nuovi Coordinatori aziendali che si devono occupare delle varie fasi dello screening, ovvero manca il collegamento tra il primo ed il secondo livello di screening per cui le donne che risultano positive al primo test non possono essere richiamate per i controlli ravvicinati”. “La nuova organizzazione del servizio prevede che siano osservate solo le donne che rispondono alla lettera di invito- incalza Ruffini – tale situazione ha avuto come conseguenza che sono scesi notevolmente i test effettuati: nella Asl di Teramo si è passati dai 1.917 HPV refertati nel 2010 ai 264 HPV refertati nel 2011. Una diminuzione ricaduta anche sull’impiego del personale sanitario personale sanitario a discapito dei costi sulla collettività visto che le Asl deve affittare o comprare comunque le attrezzature per effettuare i test assumendo biologi che effettuano gli esami”. Giudicando “incomprensibile l’accanimento della Giunta nei confronti di Atri”, nella sua interpellanza Ruffini chiede infine al presidente Gianni Chiodi di sapere perchè sono stati soppressi i tre Centri regionali ,tra cui quello di Atri, e se ci sono soluzioni alternative per garantire i servizi.