L'ICT presenta il suo bilancio alla Presidenza del Consiglio

TERAMO – Settant’ anni fa nasceva a Teramo l’Istituto Zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “Giuseppe Caporale” oggi Istituto “Caporale” Teramo, una struttura dinamica che impiega circa 500 persone tra veterinari, biologi, chimici, amministrativi e molte altre figure professionali. Più di un terzo della vita dell’Istituto è racchiuso in una vasta esperienza internazionale, fatta di cooperazione, di scambio reciproco di informazioni e conoscenza, volta alla creazione di reti di collaborazione sul sistema integrato sanità e benessere animale e sicurezza alimentare. Gli esperti dell’Istituto hanno svolto così un ruolo di forte contributo alla crescita dei Paesi dell’Africa, del Mediterraneo, dei Balcani e dell’America Latina, nell’ottica di una sempre maggiore tutela della salute dei consumatori, e contribuiscono a proteggere l’Europa dalle emergenze epidemiche. «La ultradecennale esperienza internazionale dell’Istituto Caporale ha permesso di aprire nuovi scenari di collaborazione, a conferma della bontà del modello metodologico e tecnologico messo a punto dal nostro personale. In molti casi, questa credibilità riposta nel lavoro dell’Istituto ha permesso di intervenire molto a fondo nei livelli organizzativi e di controllo dei Laboratori ufficiali di vari Paesi – spiega Rossella Lelli, direttore dell’ICT -. Il lavoro svolto e i riconoscimenti conquistati ribadiscono il ruolo dell’Istituto come Centro di Eccellenza nazionale e internazionale: e la scelta di presentare questo lavoro non poteva non cadere su un luogo di alto significato istituzionale per il sistema Italia come la Presidenza del Consiglio». L’ICT, che oggi presenta a Roma, in un convegno, il bilancio della sua ventennale attività internazionale, è attivo in 21 Paesi africani, e in quelli dell’area Mediterranea, latinoamericana, del Medio Oriente e Balcanica. Un veterinario dell’Istituto è stato nominato, ad esempio, vicedirettore della Rappresentanza sub-regionale dell’OIE (Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale) per l’Africa del Nord, di stanza a Tunisi, con l’obiettivo di fornire ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo servizi specifici per potenziare la sorveglianza e il controllo delle malattie animali e delle zoonosi. In un momento di rinnovamento democratico in atto nei Paesi nordafricani, l’Italia partecipa a questo processo trasferendo il proprio know-how scientifico. Lo stesso è accaduto, in Africa, in Namibia, dove per oltre due anni, nell’ambito della decennale collaborazione scientifica con quel Paese, un dirigente dell’ICT ha organizzato e diretto il Laboratorio Centrale Veterinario della capitale Windhoek. Nell’ultimo ventennio l’Istituto ha investito in modo significativo sulla formazione mettendo poi questo strumento a disposizione dei servizi veterinari di tutto il mondo. Puntando molto sull’innovazione, nel 2011 l’Istituto si è aggiudicato il primo progetto della Commissione Europea per la formazione a distanza dei servizi veterinari ufficiali, divenendo il primo fornitore di eLearning per la Sanità Pubblica Veterinaria dei paesi membri, candidati e terzi. L’impegno per il miglioramento del benessere degli animali da reddito e da compagnia pone l’Istituto al centro di una rete internazionale ed offre nuovi approcci come le collaborazioni con le organizzazioni non governative. Recentemente, l’ICT e la FAO hanno organizzato una consultazione di esperti per la gestione delle popolazioni canine vaganti, stringendo sempre più una collaborazione sul benessere animale, mentre a livello europeo l’Istituto e Vier Pfoten International promuovono e sostengono il processo di armonizzazione dei sistemi di identificazione e registrazione degli animali da compagnia. La scelta della politica internazionale operata dai vertici aziendali in armonia e come strumento operativo del Ministero della Salute italiano, ha fatto guadagnare prestigiosi riconoscimenti. Quelli scientificamente più rilevanti sono stati ottenuti in seno all’Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (OIE), di cui l’Istituto è centro di collaborazione per la formazione veterinaria, l’epidemiologia, la sicurezza alimentare e il benessere animale e laboratorio di referenza per alcune malattie. Nel 2010, l’Istituto è stato nominato anche Laboratorio di Referenza per la West Nile Disease, una malattia esotica di cui sono stati recentemente diagnosticati casi clinici nei cavalli e nell’uomo anche nel nostro Paese. L’Istituto è anche stato riconosciuto dall’Unione Europea come uno degli strumenti per l’assistenza tecnica ai Paesi candidati all’ingresso nella UE attraverso i progetti di gemellaggio istituiti per supportare i Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale nel processo di adeguamento agli standard comunitari.