Bancarotta, chiesta la scarcerazione per i fratelli Di Pietro

TERAMO – Potrebbero tornare in libertà nelle prossime ore i fratelli Maurizio e Nicolino Palmarino Di Pietro, noti imprenditori teramani arrestati assieme al loro socio Guido Curti nell’ambito dell’inchiesta della Finanza sul crac pilotato di quattro società teramane e accusati della distrazione di oltre tre milioni di euro. L’avvocato dei tre, detenuti nel carcere di Castrogno, Cataldo Mariano ha infatti depositato la richiesta di revoca dell’ordinanza di custodia cautelare all’esito dell’interrogatorio di garanzia tenuto lunedì mattina. Adesso sarà il giudice per le indagini preliminari Marina Tommolini a doversi pronunciare sull’istanza e potrebbe farlo nel fine settimana. Ieri è tornata in libertà Loredana Cacciatore, moglie di Curti, arrestata assieme agli altri e unica a beneficiare della detenzione domiciliare. Da ieri, dopo l’interrogatorio di garanzia in cui ha respinto ogni coinvolgimento nella bancarotta delle aziende, è stata rimessa in libertà con il solo obbligo di firma. Intanto, l’inchiesta delle Fiamme gialle di Teramo che ha portato a scoperchiare il calderone di un sistema di scatole cinesi con aperture di conti correnti all’estero, Svizzera in particolare, e investimenti nel settore delle costruzioni e del movimento terra anche in Qatar, sembrerebbe destinata ad allargarsi.