Omicidio Torricella, processo senza sconto all'imputata

TERAMO – Nessuno sconto di pena, in caso di condanna, per Francisca Binicio Medina, la dominicana di 28 anni sul banco degli imputati per aver ucciso, il 19 maggio scorso, l’ex imprenditore di origini napoletane Carmine De Luca, nell’abitazione di Piano Grande di Torricella. I giudici della Corte d’Assise di Teramo, dinanzi ai quali si è aperto oggi il processo per omicidio volontario aggravato, hanno infatti respinto la richiesta, rinnovata dopo che era stata già respinta dal gip, di concedere il giudizio abbreviato condizionato. La concessione del rito alternativo, chiesto dal difensore della straniera imputata, l’avvocato Michela Porcile di Genova, avrebbe permesso all’imputata la riduzione di un terzo della pena in caso di condanna. Analogo rigetto i giudici lo hanno affermato alla preliminare richiesta di eccezione di nullità del giudizio immediato chiesto e ottenuto dalla pubblica accusa (il sostituto procuratore Davide Rosati): la difesa riteneva non esistere l’evidenza della prova, alla base della richiesta di giudizio più ‘veloce’. E’ stato invece rilevato che il codice prevede l’obbligatorietà della richiesta di giudizio immediato quando l’indagato è detenuto e sia stato già interrogato. Tutto dunque secondo quanto previsto dalla procedura penale e processo che va avanti. Francisca Binicio Medina è accusata di aver colpito con 22 coltellate Carmine De Luca, nell’abitazione di Piano Grande dove leiu trascorreva spesso le sue giornate, avendo con lui anche rapporti sessuali, sembra a pagamento. L’omicidio il 19 maggio, nella camera da letto al secondo piano dell’appartamento di De Luca: 22 fendenti con un coltello da cucina, di cui 10 alla testa, 7 al volto, uno alla nuca, 3 al dorso, una alla regione laterale del collo e soprattutto quello alla gola che in un solo colpo gli ha reciso carotide e giugulare destra. Secondo l’accusa, la dominicana ha anche cercato di occultare, trasportandolo al piano inferiore e chiudendolo a chiave in una stanza. A tradire la dinamica dell’omicidio chiare chiazze di sangue lungo il percorso, scoperte dai Ris dei carabinieri nonostante il tentativo di lavarle con una pompa a vapore. Macchie di sangue con il dna della donna erano state successivamente repertate e permisero di risalire a lei quale responsabile del delitto. L’imputata cercò anche di sfuggire all’arresto, lanciandosi da una finestra della casera di carabinieri di Geniova dove era piantonata: nel tentativo, riuscito, di salvarle la vita, rimase ferito gravemente anche un carabinieri del reparto operativo di Teramo, che volò con lei in un fossato da una considerevole altezza. Tre le udienze del processo fissate adesso in calendario: il 23 e il 27 febbraio e il 19 marzo.