Ruzzo, futuro nero ma il Cda sembra avere una rotta

TERAMO – Le strategie gestionali della Ruzzo Reti potrebbero aprire il futuro a un velato ottimismo, ma i se e i ma della politica poco si addicono alla concretezza dei bilanci. E quello del Ruzzo è gravato da un deficit pesante, che tocca i 72 milioni di euro. Il futuro è difficile, figlio di scelte passate discutibili e un fardello accumulatosi nel tempo ma almeno il Cda sa quello che vuole: sembra essere questo il risultato dell’incontro convocato dal sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, in qualità di socio di maggioranza dell’azienda dell’acqua, con i componenti del consiglio di amministrazione. Era stato lo stesso primo cittadino teramano a volere la riunione, per la necessità di riportare la difficile situazione in un alveo che consenta di affrontare le problematiche con concretezza e determinazione. Il difficile quadro della situazione è emerso dalla relazione del presidente Vittorio Scuteri. Il quadro economico-finanziario si basa su elementi strategici quali il rapporto con l’Ato, relativo sia a problematiche di vario genere che a quelle connesse alla tariffazione. Il Ruzzo conta ad esempio su maggiori entrate derivanti dalla costruzione di impianti idroelettrici e fotovoltaici. Ma è sul personale che verte la discussione all’interno dello stesso Ruzzo e dei sindaci che ne compongono l’assemblea e per il quale la Ruzzo Reti spende rispetto al 2004, il doppio: in merito, si legge in una nota diffusa questa mattina dal Comune, «il CdA ha annunciato di avere già attivato specifiche procedure per l’ottimizzazione delle attività e dei costi e per la quale il sindaco Brucchi ha sollecitato comunque, a salvaguardia dei livelli occupazionali, l’attivazione delle più opportune strategie legali». Le morosità ammontano al 5% del bilancio e per abbatterle si studiano iniziative di recupero. Tariffazione e rapporti con l’Ato saranno due argomenti specifici, molto delicati, di un altro incontro informale che lo stesso Brucchi sta concordando con il collega giuliese Mastromauro da tenere prima di un’assemblea dei primi cittadini. Si dichiara moderatamente soddisfatto Brucchi, all’esito della riunione: «Io non faccio processi al passato perchè non tocca a me verificarlo – dice Brucchi -. A me interessa capire dove vogliamo andare e come risolviamo questi problemi altrimenti si rischia ed è un rischio che i teramani non possono permettersi. Il Ruzzo gestisce una bene fondamentale per il nostro territorio che va difeso a tutti i costi». Sull’argomento Ruzzo ieri si era accesa anche una polemica tra il sindaco di Corropoli, D’Annuntiis e l’assessore regionale Di Dalmazio, con quest’ultimo sollecitato ad "occuparsi di rifiuti e a non intromettersi sul Ruzzo». Pronta la replica: “Sono dichiarazioni che non meritano una risposta e che si commentano da sole – ha detto Di Dalmazio -. E’ evidente solo che De Annuntiis ignora l’entità del problema che ci troviamo ad affrontare". Le dichiarazioni del sindaco D’Annuntiis sulla proposta formulata da Di Dalmazio di nominare un manager esterno trovano lo sconcerto del vice-coordinatore provinciale del Pdl Valeria Misticoni che stigmatizza “le inutile polemiche” a cui non dovrebbe abbandonarsi chi ricopre ruoli istituzionali. “Dinanzi alla gravissima condizione in cui versa un’azienda così importante per la Provincia di Teramo – dichiara la Misticoni – il sindaco D’Annuntiis dovrebbe dire cosa pensa della proposta di una gestione non politicizzata del Ruzzo o esprimere soluzioni alternative”.“Per troppo tempo la politica non si è assunta le proprie responsabilità e spesso gli enti si sono trovati a dover gestire situazioni difficili, come quelle in cui versa oggi il Ruzzo, perché si è creduto di poter amministrare senza particolare competenze tecniche. Ora non si può più rimandare. E’ arrivato il momento di essere seri e trovare soluzioni alla drammatica eredità lasciata dal centro-sinistra”. Fino ad ora le dispute legate a logiche politiche hanno ingessato l’azienda. Per questo è assolutamente necessario avvalersi della competenza di un esperto super partes che elabori un piano di risanamento e di sviluppo del Ruzzo. Ben vengano, dunque, le sollecitazioni politiche e istituzionali che vanno in questa direzione, soprattutto se provengono da chi, nel corso degli anni, ha dimostrato con la propria azione politica e amministrativa, di avere a cuore le sorti del bene pubblico e del territorio teramano”.