TERAMO – E’ morto per le gravi conseguenze provocate dal volo di oltre una settantina di metri sul fondo del burrone, Patrik Hermann Weilharter l’austriaco di 24 anni scomparso sulle pendici del Gran Sasso e trovato senza vita mercoledì mattina. E secondo quanto ha potuto ricostruire attraverso l’autopsia l’anatomo-patologo Giuseppe Sciarra, la morte risalirebbe addirittura allo stesso giorno della scomparsa, ovvero il 14 maggio, otto giorni prima del ritrovamento. E’ in quella data, infatti, che alcuni testimoni avrebbero notato Weilharter parcheggiare lauto e dirigersi verso il bosco sopra alla zona di San Pietro di Isola. Da quel momento il giovane aveva rotto ogni contatto con il resto del mondo, avendo tra l’altro lasciato il suo cellulare in macchina. All’esito dell’autopsia, che ha dunque fugato anche i dubbi rispetto a diverse motivazioni della caduta, il magistrato ha concesso il nulla-osta alla sepioltura, riconsegnando la salma ai famigliari che nella giornata di ieri avevano raggiunto Teramo da Tamsweg, in Austria. Il feretro si è mosso già nel pomeriggio verso il Paese d’origine.
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