TERAMO – Se a Goteborg, due anni fa, quel quinto posto sembrò un sogno che si realizzava oggi possiamo dire che la medaglia di bronzo è il giusto premio alla voglia di mettersi in gioco e di dimostrare che la vita è un dono che va apprezzato ogni giorno di più. Eleonora Corona, la teramana che da vent’anni vive con un cuore nuovo, ha conquistato il terzo posto ai Mondiali di atletica leggera per trapiantati a Durban in Sudafrica, nella tre chilometri di marcia. Lei ha corso e ha vinto il suo mondiale, e con lei ha fatto vincere tutti quelli che sono sempre in corsa per centrare una opportunità, come ha scritto sul suo profilo di Facebook. E’ un successo che va oltre il dato agonistico, che pure è di rilievo per il tempo ottenuto al traguardo. Ma è relativo e riduttivo parlare di tempi e piazzamenti. L’essere laggiù, l’aver vestito una pettorina con un numero, aver corso tra tanti che come lei hanno la vita che scorre nelle vene più velocemente che per tanti altri, è esempio di grande valore. Eleonora Corona riporta a casa, nella sua Teramo, un risultato che negli anni e nella storia di questa città risale alle imprese di Rafaella Del Vinaccio (tredici titoli mondiali nel pattinaggio), Anselmo Silvino (bronzo alle Olimpiadi di Monaco 1972) e Renato Scacchioli (mondiale nella raffa a squadre di bocce a cavallo tra gli anni ’80 e ’90). Un risultato che l’atleta teramana della Gran Sasso condivide con il team teramano ma soprattutto con il suo allenatore Marcello Vicerè, responsabile del mezzofondo della società teramana.
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