Università, l'Udu critica le 'nomine' negli organi maggiori

TERAMO – Il ricorso al meccanismo della "elezione di secondo livello" da parte del Consiglio degli studenti dell’Università di Teramo per la indicazione dei componenti delle rappresentanze studentesche, viene ritenuto, oltre che in conrasto con la Legge Gelmini, «fortemente iniquo e lesivo della democrazia interna all’Ateneo» dall’Udu, l’Unione degli studenti universitari. Ciò accade in particolare quest’anno, a differenza di quello passaato, per indicare i rappresentanti in seno al Nucleo di valutazione di Ateneo (Nuva), del Comitato per lo Sport Universitario (Cus), del Consiglio d’Amministrazione dell’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario, della Conferenza Regione Università (Cru). E ognuno intenzionato a partecipare alle elezioni, ha dovuto semplicemente riempire una lettera di intenti, riempita con i propri dati anagrafici, con cui ci si dichiarava disponibile alla candidatura. Lettera da recapitare poi a uno dei consiglieri del Consiglio degli Studenti. Secondo l’Udu, gli studenti stessi «non hanno la possibilità di eleggere direttamente e liberamente i membri degli organi ma si trovano obbligati ad essere rappresentati da studenti non effettivamente rappresentativi, poiché scelti sulla base di accordi pre-elettorali, nascosti alla maggior parte degli studenti, con l’unico intento di spartirsi le “poltrone” e mossi dalla volontà di lasciare fuori dagli organi maggiori determinati studenti e associazioni». Un meccanismo, questo, che secondo l’Udu avrebbe favorito Lista Aperta, «riconducibile agli ambienti di Comunione e Liberazione e i suoi alleati, con l’aggiunta di un membro di Azione Universitaria, a conferma di una prassi consolidata in regione», così come consolidata sembrerebbe essere, sempre secondo gli studenti dell’Udu, l’intesa Pd-Comunione e Liberazione: «Si tratta – conclude l’Udu – di iniziative con l’unico intento di tenere fuori chi fa realmente rappresentanza studentesca tutti i giorni». Analoga critica viene rivolta alla vicenda della mancata sostituzione di un membro del Senato Accademico per cui sono state inviate le candidature ma non si poi proceduto con la nuova elezione.