In quattro ore nel Teramano una 'tempesta' di 235 fulmini

TERAMO – Il fulmine che ha purtroppo ucciso Alessandro De Federicis questa mattina nel suo campo di Pagliare di Morro d’Oro, è stato uno delle decine e decine che oggi si sono abbattutti sul Teramo. Ne sono stati contati 235 nel raggio di 10 chilometri dal luogo della tragedia. Una vera e propria tempesta il cui numero di scariche elettriche sale 412 nello stesso arco di tempo se si sommanno anche quelle cadute in provincia di Pescara e nel tratto di mare vicino al litorale, con una coda su Montesilvano.
Unica zona in Italia dove oggi c’era attività elettrica. E le due aree, quella del Teramano e del Pescarese, risultano nella mappa dei fulmini nazionale elaborata dal Sistema italiano di rilevamento fulmini (Sirf) del Centro elettrotecnico sperimentale italiano (Cesi), le uniche zone in Italia dove stamattina si è concentrata l’attività elettrica, mentre il resto d’Italia risulta sgombro. «Ce lo aspettavamo. Quello dei temporali è un fenomeno tipico della stagione estiva, come sulle coste. Un fenomeno in sé atteso – ha spiegato all’Ansa il responsabile del Sirf, Marina Bernardi -. La differenza termica – aggiunge l’esperta – crea eventi convettivi importanti e amplifica gli effetti». 
La tragedia di Pagliare «è caso classico». Per quanto riguarda l’episodio dell’agricoltore rimasto ucciso dal fulmine «è un caso purtroppo classico perché l’istinto porta a ripararsi sotto gli alberi, ma questi funzionano da attrattori di fulmini. Nel caso specifico mi ha colpito il fatto che si trattasse di un ulivo perché è una pianta abbastanza bassa, mentre gli alberi più pericolosi sono quelli a cima alta. Se l’albero viene colpito da un fulmine, la corrente attraverso il legno passa nel terreno e scarica sulla persona che eventualmente ha cercato riparo dal temporale sotto le fronde. In altri casi, invece, può esserci l’effetto ‘granata’, cioè quando il fulmine spacca il tronco e si viene travolti dall’ondata».