Inchiesta vaccini, coinvolto anche il presidente del Cda dell'Izs

TERAMO – C’è anche un componente del consiglio di amministrazione dell’Istituto zooprofilattico Caporale di Teramo tra i 41 indagati della magistratura romana che indaga sul traffico di vaccini veterinari contro l’influenza aviaria e la lingua blu degli ovini, che nei giorni scorsi ha portato alla ribalta il nome di accusati di eccellenza come l’ex direttore Vincenzo Caporale e il segretario generale del ministero della salute, Romano Marabelli. Si tratta del professor Santino Prosperi, teramano, docente dell’università di Bologna, presidente in pectore della Cda del nuovo istituto di Campo Boario. Il suo nome, come quello di un altro scienziato vicino all’Izs teramano, spesso presente in commissioni esaminatrici per concorsi, Ugo Vincenzo Santucci, figura soprattutto nella parte di indagine che affronta il tema specifico di quella ‘cupola’ scientifica che avrebbe non soltanto valutato l’efficacia dei vaccini ma che ne ha poi deciso la somministrazione a copertura totale sul territorio nazionale. L’inchiesta ha fatto molto rumore, perché i timori di riflessi negativi sull’economia zootecnica, che nei primi anni 2000 portarono centinaia di allevatori italiani a invadere le piazze e perfino assediare la sede dell’Istituto zooprofilattico a Teramo,a distanza di qualche anno sono stati confermati dal lavoro della magistratura romana. il cui conto finale adesso potrebbe essere salatissimo e non solo sotto il profilo del conteggio penale. Il danno erariale, fatto di approvvigionamenti inutili di vaccini, poi mandati alla distruzione, è milionario, tanto grave quanto il danno provocato alle popolazioni ovine, caprine, bovine e aviarie. Una economia in ginocchio per decisioni a tavolino, con campagne vaccinali fondate su criteri scientifici che saranno sì argomento di discussione in un’aula di tribunale, ma che nel frattemmp avrebbero agito da vero e proprio flagello. Ieri Romano Marabelli si è autosospeso dalla carica di segretario generale del ministero della Salute. Il ministro Lorenzin, lo stesso che lo aveva nominato nonostante l’attualità dell’inchiesta su di lui, ha accolto la decisione dell’alto dirigente, manifestando apprezzamento «per la sensibilità istituzionale mostrata – ha detto il ministro- e certa che potrà dimostrare la sua estraneità ai fatti». Dei 41 indagati è l’unico che ha comunque sentito il bisogno civico di una presa di distanze formale in attesa di una definizione del procedimento penale, alla vigilia di sicure richieste di rinvio a giudizio.