Tbc in carcere, per il Sappe è un caso nazionale

TERAMO – Diventa un caso nazionale la presunta positività al test della Tbc di un agente di polizia penitenziaria del carcere di Castrogno, denunciata dal sindacato Sappe e smentita ieri da una nota della Asl di Teramo. La nota è parsa fuori luogo, in quanto intervenuta a smentire in pratica se stessa: l’azienda sanitaria è infatti quella cha ha certificato, attraverso analisi e referto, la positività allo skin test per la tubercolosi dell’agente di Castrogno. Oggi proprio su queste anomalie torna il segretario generale del sindacato più rappresentativo del corpo di polizia penitenziaria: «Trovo imbarazzante la posizione della Asl di Teramo – sostiene Donato Capece -, che conferma come spesso la mano destra non sappia quel che fa la sinistra: con un certificato medico ufficiale la Asl accerta infatti la positività di un poliziotto del carcere al contagio della Tbc. I vertici dell’Azienda, invece e chissà poi perché, pretendono di smentire sé stessi un loro medico e addirittura si arrogano il diritto di parlare a nome della Direzione del penitenziario teramano. Ma chi comanda in carcere? Il direttore, il Comandante di Reparto di Polizia Penitenziaria o addirittura la Asl?». «Non è un mistero – aggunge il sindacato – che la prevalenza della tubercolosi, sia essa conclamata o latente, è più alta nella popolazione carceraria rispetto alla popolazione generale, per cui e da tempo le organizzazioni sanitarie hanno messo l’accento sulla necessità di arrestare il contagio in questa popolazione a rischio. Per queste ragioni auspichiamo periodiche e continue visite di controllo e una profilassi ad hoc per i poliziotti, che lavorano a contatto con molte situazioni a rischio ogni giorno. Anche attraverso un concreto impegno di prevenzione della Asl di Teramo, che non può restare ulteriormente senza un direttore generale (come anche questa sconcertante vicenda conferma). Non è infatti cercando di ignorare la verità che si può pensare di sostenere che tutto sia sotto controllo e che, nel caso specifico, non vi sia a Teramo un poliziotto penitenziario positivo al test della Tbc in carcere».