La Confcommercio di Giulianova chiede freni alle "sagre taroccate"

TERAMO – La Confcommercio di Giulianova dice basta alle “sagre taroccate”. Sulla scia di una protesta dell’associazione di categoria aquilana, anche in provincia di Teramo si chiede di mettere un freno a eventi che rischiano di intaccare la storia, la tradizione e la qualità dei prodotti tipici, ma che fanno gola per le possibilità di lucro. Nelle sagre che Pietro Belgiglio, presidente di Confcomemrcio Giulianova indica come “taroccate” non c’è un unione tra la tradizione e la promozione dei prodotti ma solo finalità commerciali ben distanti dalla valorizzazione dei prodotti tradizionali, coltivati nelle terre d’Abruzzo. Confcommercio si rivolge ai sindaci, alle forze dell’ordine, e alla Asl“per chiedere di potenziare i controlli sul rispetto delle norme in materia igienico-sanitarie e di valutare preventivamente il rilascio delle autorizzazioni. "Metà sono taroccate, la situazione – dice Confcommercio –merita una regolamentazione regionale definitiva". Da un’analisi della Confcommercio Nazionale emerge che “ i furbi si moltiplicano laddove ci sono più opportunità, a partire dalle 42mila sagre alimentari (tutte a chilometro zero), cinque ogni comune, che si contano in Italia. Secondo la Confcommercio, quelle veramente legate al cibo locale non arrivano alla metà, mentre quelle taroccate fatturano circa 600 milioni di euro l’anno”. E’ questa l’occasione per l’associazione di categoria per chiedere una legge regionale che imponga una regolamentazione che tuteli il lavoro di migliaia di persone in tutto l’Abruzzo.