Il prosciuttificio licenzia in tronco 53 dipendenti

TERAMO – Non c’è margine di trattativa, l’azienda licenzia 53 operai. Finirà probabilmente con una causa di lavoro dinanzi al giudice del tribunale, la vicenda che vede contrapposti da un lato la proprietà dell’azienda "Crudi d’Italia" e le maestranze rappresentate dai sindacati, che oggi hanno chiesto e ottenuto la mediazione della Provincia di Teramo, purtroppo vana. L’azienda, specializzata nella lavorazione di carni suine, con uno stabilimento a Colledara, dopo essersi avvalsa di un periodo di cassa integrazione, è stata ammessa di recente a concordato preventivo con un piano di ristrutturazione pluriennale del debito e ha avviato le procedure di licenziamento collettivo dei 53 dipendenti. Stamani, al tavolo delle relazioni industriali dove è intervenuto anche il presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, i sindacati hanno manifestato forte «dissenso nei confronti della proprietà» la cui decisione pone fine a «un’ulteriore importante realtà produttiva in un’area della provincia priva di alternative occupazionali». Secondo quanto riferiscono i sindacati, l’azienda si è dichiarata indisponibile alla «possibilità di trasferimento dell’attività ad altro soggetto imprenditoriale» e respinto la proposta di erogare un incentivo all’esodo «a parziale ristoro del trauma derivante dalla perdita del posto di lavoro”. Proposte ritenute irricevibili dall’azienda». Il presidente Di Sabatino ha commentato negativamente l’epilogo della mediazione: «Un mancato accordo che suscita rammarico – ha commentato – perché ancora una volta si tratta di aziende che hanno sede e direzione in altre regioni e che, in un momento di crisi, tagliano fuori la realtà produttiva teramana». La "Crudi d’Italia" era rappresentata dall’amministratore delegato Lina Andrea, assistita dagli avvocati Antonio Norscia e Luca Petrella, e dalla consulente del lavoro Patrizia Ettorre. Per i sindacati erano presenti la Rappresentanza sindacale aziendale, assistita dai rappresentanti territoriali Corrado Peracchia e Feliciantonio Maurizi, rispettivamente per Flai-Cgil provinciale di Teramo e Fai-Cisl regionale per l’Abruzzo.