A Pannella la medaglia Aprutium: «Sono bestia dell'Abruzzo e della nostra storia»

L’AQUILA – «Continuate ad essere sempre voi stessi e a praticare la democrazia come scelta consapevole di una vita dedicata alla difesa dei diritti umani». Con queste parole, che suonano come un monito rivolto a chi dedica parte della sua vita alla politica e all’amministrazione della cosa pubblica, Marco Pannella ha ringraziato il Consiglio regionale d’Abruzzo per avergli conferito la medaglia Aprutium, in riconoscenza del suo lungo magistero di Uomo e di Politico impegnato in tante battaglie in difesa della democrazia. Alla seduta solenne del Consiglio regionale che si è tenuta questa sera, oltre ai presidenti Di Pangrazio e D’Alfonso, erano presenti assessori regionali, sindaci, presidenti di provincia e i presidenti emeriti di Giunta e Consiglio. La volontà di conferire a Pannella questo prestigioso riconoscimento, era stata anticipata nell’agosto scorso da Luciano D’Alfonso all’uomo politico abruzzese, nel corso di una tavola rotonda sui diritti dei detenuti organizzata da Radio Radicale, che si è svolta a Taranta Peligna. «L’Abruzzo – ha detto D’Alfonso salutando il fondatore del partito radicale trans-nazionale – conta tanti illustri Figli che hanno vissuto momenti di separatezza rispetto alla loro terra: Marco Pannella è stato tra i pochi che, una volta diventato grande, ha sempre coltivato un rapporto fruttuoso con la sua terra d’origine che ora gli mostra riconoscenza per aver costituito un punto di riferimento per le future generazioni di cittadini». D’Alfonso: «Tra i primi a sollevare il tema della legittimità di numerose battaglie politiche, Marco Pannella ha consumato gran parte della sua vita politica in difesa dei diritti civili e in particolare di quelli delle persone che, avendo commesso un errore, sono stati sottoposti a subire una pena, ma che non per questo devono essere privati dei loro diritti fondamentali alla dignità». Chiudendo il suo intervento, Pannella ha esortato tutti i presenti ad essere protagonisti attivi della propria vita sociale e democratica intraprendendo tutte le battaglie anche quando non si è sicuri di vincerle tutte: «Questo invito proviene da un uomo che ha sempre creduto nei suoi ideali; sono una bestia del Gran Sasso e della Maiella, sono una bestia degli Abruzzi e di questa nostra storia, che la vivo non con la memoria, ma come annuncio di un futuro che vivremo insieme avendo la consapevolezza straordinaria di esserne degni».