acattoni

TERAMO – Un’ordinanza c’è ma non si vede. O meglio non può essere applicata. E lo sa anche l’esercito di senza fissa dimora e vu cumprà che quotidianamente affollano le vie centro storico di Teramo e il mercato settimanale. A ondate, tornano e scompaiono per giorni. Ma quando ci sono si notano e spesso sono anche molesti: lo dice la gente, lo sgenalano alle redazioni di giornali e tv, lo fanno anche con il comando di polizia municipale: 18 le denunce presentate ai vigli urbani, ma sono situazioni difficilmente perseguibili. Serve la flagranza, dicono, ma spesso è alibi per giustificare la completa assenza di controlli. Se l’accattonaggio impera in città e ai semafori, è perchè anche gli accattoni stessi sanno che possono farla franca. Semmai ci fossero, basta saper correre e dileguarsi. Eppure ci sono e si vedono, li vedono i cittadini e basterebbe trascorrere almeno un’oretta nei punti classici in cui si svolge la questua: supermercato del centro, portici centrali, corso principale. E da qui il percorso di ritorno, verso il lungofiume e poi nel parcheggio multipiano del Lidl. E il terminal degli arrivi e della partenze dei gruppi di accattoni, vera e propria industria dell’elemosina, che riesce a procurare denaro, tanto, anche soltanto con le monete. Esemplare il caso del giovane nomade fermato dai carabinieri nel centro città l’altrogiorno: indosso aveva 450 euro. E alla richiesta insistente che si fa molesta non segue la possibilità di perseguirla. Manca il personale, lamentano al comando vigili urbani, c’è troppo scaricabarile, replicano i cittadini al telefono. E per vedere una pattuglia bisogna avere molta fortuna.