Tercas potrebbe scomparire anche dal nome della Fondazione

TERAMO – Ci sono un rinnovato rapporto con gli enti locali ma soprattutto vicinanza con il territorio sono tra gli obiettivi prioritari del mandato di Enrica Salvatore, la neopresidente della Fondazione Tercas, insediatasi la scorsa settimana dopo aver raccolto il testimone di Mario Nuzzo. «Si tratta di un obiettivo ambizioso – ha detto il nuovo presidente – ma necessario in un momento storico in cui la città evidenzia tale necessità». Ci sono buone notizie alla vigilia di un nuovo corso per le Fondazioni: il patrimonio torna a crescere. «Sì, la Fondazione Tercas ha messo su una politica per la tutela del patrimonio dopo la nota situazione della Tercas che ha tuttavia consentito di rivedere alcune situazioni: sono stati scelti – ha detto Enrica Salvatore – quegli strumenti che permettevano una redditività tale per il funzionamento dell’ente e una congrua erogazione al territorio. Già dal 2014 la Fondazione ha cioè effettuato accantonamenti che consentiranno l’aumento del capitale e dunque un più ampio patrimonio da gestire». Ma la vera ‘rivoluzione’ potrebbe consistere nella modifica del nome: è probabile che il Tercas scompaia, quasi a voler voltare pagina anche nel ricordo di quello che fu. «Credo che sia un pò prematuro che io, oggi, appena insediata faccia questa dichiarazione – ha affermato il presidente della Fondazione -: è una possibilità che andrà valutata dagli organi. E’ vero che c’è una storia che va tutelata, ma si potrebbe pensare ad una evnetuale modifica del nome». Un ulteriore aspetto è quello delle modificazioni cui va incontro la galassia delle Fondazioni in Italia: «In questi ultimi mesi dell’anno si stanno rinnovando i vertici di una buona parte delle 88 Fondazioni italiane. Credo che questo avvicendamento nei vertici costituirà una grande opportunità. La intelligente lungimiranza di quanti sono stati alla guida delle fondazioni per tanti anni ha dimostrato chiaramente che si sono realizzate nel tempo strutture solide, ben radicate nel territorio e che son cresciute sia in termini di competenze specifiche che come istituzioni ben strutturate». C’è qualcosa nelle modifiche inserite nel Protocollo firmato dalle Fondazioni che potrebbe impedire il ripetersi di altri casi Tercas: per quanto attiene agli aspetti economici e finanziari, infatti, le Fondazioni si impegnano a diversificare il portafoglio degli impieghi del patrimonio, al fine di contenere la concentrazione del rischio e la dipendenza del risultato della gestione da determinati emittenti, gruppi di imprese, settori di attività e aree geografiche. È previsto un limite quantitativo di un terzo dell’attivo patrimoniale per l’esposizione nei confronti di un singolo soggetto. Tra gli impegni c’è quello non usare contratti e strumenti finanziari derivati salvo che per finalità di copertura o in operazioni in cui non siano presenti rischi di perdite patrimoniali.