D'Alberto: "Pronto l'avviso per il nuovo presidente TeAm, la nomina sarà sulla competenza"

TERAMO – Sarà pronto entro la settimana (e pubblicato) l’avviso per presentare le candidature alla presidenza della Teramo Ambiente, quale rappresentante del Comune in seno al consiglio di amministrazione della partecipata. Il sindaco Gianguido D’Alberto passa subito alla fase successiva a quella della revoca di Pietro Bozzelli, dopo la firma del decreto con cui ha disposto la destituzione del presidente del Cda, nominato la prima volta il 30 gennaio del 2015 dall’allora sindaco Maurizio Brucchi. "La nuova nomina – ha detto il primo cittadino – sarà ispirata a criteri di competenza, professionalità e soprattutto trasparenza", il che nell’animo del sindaco può essere tradotto come indicazione lontano dalla politica. Chi si aspettava dunque che dovesse essere l’assemblea dei soci a valutare, se non addirittura approvare, la revoca così come proposta da D’Alberto, è rimasto deluso. "Per l’assemblea dei soci – ha precisato il sindaco – si tratta soltanto di una presa d’atto, non c’è nulla da votare. E’ nei poteri del sindaco revocare un proprio rappresentante e procedere alla nomina di un altro". Questo aspetto potrebbe essere però motivo di approfondimento, almeno da chi, sull’altro fronte, è convinto che quanto stabilito dal codice civile e dallo statuto della partecipata che gestisce il servizio di igiene urbana. E’ infatti molto probabile che il presidente Bozzelli possa decidere per presentare opposizione al decreto di revoca e, come anticipato a ‘La Città’ già ieri, attendere la convocazione del Cda e successivamente quella dell’assemblea dei soci per fare le sue comunicazioni.
L’eco della revoca è stata lunga e ha costituito motivo di grande discussione negli ambienti cittadini. Tempistica, motivazioni, riflessi e conseguenze sul futuro della TeAm sono aspetti al centro del dibattito scaturito dalla decisione del sindaco. Che però ha tenuto a precisare anche l’aspetto più importante che accompagna la revoca: "E’ venuta meno la corrispondenza tra atteggiamento del referente pubblico all’interno del Cda e le direttive che l’amministrazione dà e ha dato – ripete D’Alberto -. C’è stata una somma di rapporti, di fatti e atti che il presidente ha messo in pratica e che hanno fatto chiaramente intendere che questo ruolo di rappresentante del Comune è venuto meno. A tutto questo si aggiungono una serie di aspetti, contenuti in un verbale del collegio sindacale che ha evidenziato scelte, decisioni e comportamenti che a mio avviso sono inaccettabili nella gestione di una azienda partecipata, soprattutto se queste hanno poi una ricaduta diretta sui cittadini, perchè si carica sulle loro spalle". Nessuna novità dunque nella decisione, nessun colpo di scena, se solo si pensa che sono argomenti già trattati nella discussione sui tagli ai costi fissi del Pef, "appesantito – dice D’Alberto – dalle onerose consulenze esterne, dalle transazioni sbagliate, dalle spese legali".
Più nel concreto, sotto il profilo prettamente politico, alla vigilia di una svolta decisiva per il futuro della società, con l’ingresso di un nuovo socio privato, sia esso la Comir di Stefano Gavioli che l’imprenditore teramano Franco Iachini, il Comune ritiene di non aver un proprio interlocutore di cui ‘fidarsi’ più di tanto nel rapporto con l’altro 49% del pacchetto azionario.