L'imprenditore Quintino Stanchieri finisce in carcere a 81 anni e malato: è un caso nazionale

TERAMO – Ha 81 anni dieci giorni fa, è seriamente malato con una invalidità al 100 per cento, deve essere assistito quotidianamente da una badante: eppure, nonostante tutto questo, è in una cella del carcere di Castrogno da una settimana, Quintino Stanchieri, più volte assessore e vice sindaco nelle amministrazioni comunali a Teramo negli anni ’80 e ’90. Il suo sta diventando un caso nazionale, di cui è stata interessata la Presidenza della Repubblica, oltre alla procura generale presso la corte d’appello dell’Aquila e il giudice di sorveglianza di Pescara. E’ vero che sul suo trasferimento in carcere, a seguito di un ordine di carcerazione per una sentenza passata in giudicato, insiste la valutazione dei magistrati, ma la decisione se applicare la detenzione o regimi alternativi a un condannato di questa età e in questo stato di salute, appartiene sicuramente al senso di umanità, ben oltre le norme del codice di procedura penale.
Stanchieri fa i conti con la giustizia per una vicenda legata a un’accusa di bancarotta preferenziale per il fallimento della Ics, la sua impresa edile. Imprenditore edile di successo negli anni d’oro del boom economico della città, specializzato in opere stradali e asfalti, fece di questa ditta un riferimento occupazionale di successo e fu protagonista, anche in politica, con incarichi di rilievo soprattutto nelle giunte democristiane, guidate da Pietro D’Ignazio e Antonio Gatti. Lo si ricorda a lungo assessore all’anagrafe, ma anche al commercio e allo sport. Per un breve periodo fu anche presidente della Teramo calcio, all’epoca della gestione della società ‘Teramo Gestioni e Partecipazioni". Dopo qualche difficoltà economica e il coinvolgimento nell’inchiesta gudiziaria sul centro commerciale di Villa Pavone, che lo fece finire per un giorno in carcere e poi ai domiciliari, Stanchieri riuscì a ricostruire la sua immagine personale e di imprenditore tornano sulla breccia anche con l’iniziativa del Mythos. Erano gli anni tra il 1997 e il 2000 ma gli affari non erano più quelli di una volta e finì sotto inchiesta per la bancarotta fraudolenta del Mythos, la struttura con bowling e ristorazione che era mèta di tanti teramani in contrada Fiumicino alle porte di San Nicolò, da cui fu però assolto, e condannato (nel 2010) per la bancarotta preferenziale proprio della Ics: 3 anni e 3 mesi per il pagamento di alcune fatture ad creditori durante il regime di concordato preventivo. Quella sentenza si è trascinata fino ad oggi, dopo quasi 10 anni, confermata in Appello, ‘cassata’ in terzo grado e diventata definitiva. A questa però, proprio di recente, si è aggiunta la cancellazione di un indulto di cui aveva beneficiato in passato, che ha fatto lievitare il cumulo di pena ben oltre i 4 anni (4 anni e 7 mesi) che potrebbe aprire le porte a regimi detentivi alternativi. In ogni caso però c’è la valutazione dell’età di Stanchieri, che il 14 maggio, una settimana prima dell’arrivo dei carabinieri per la notifica della carcerazione, ha compiuto 81 anni. I suoi legali sono alle prese con l’impegno di fare di tutto per convincere le autorità giudiziarie e penitenziarie a. prendere in esame con urgenza il suo caso: ogni giorno che trascorre, nel carcere di Castrogno, potrebbe essere ‘pesante’ nelle conseguenze sul fisico e sulla salute dell’ex amministratore comunale.