Contact center TeAm: dopo l'indagine e tre sentenze del Tar, aggiudicazione annullata per una carta d'identità

TERAMO – Due anni e mezzo dal bando di gara, un provvedimento di autotutela e tre sentenze al Tar e l’aggiudicazione del servizio di contact center e centralino viene annullata perchè un concorrente ha dimenticato di inserire tra i documenti la fotocopia di una carta d’identità. Succede anche questo alla Teramo Ambiente, che in queste ore si vede notificare la decisione dei giudici della Sezione prima del Tribunale amministrativo regionale dell’Aquila, che annulla la detgerminazione 11439 con cui il 3 agosto dello scorso anno il servizio era stato assegnato alla Tecnocall Srl in Ati con Italia Sviluppo Srl. A provocare l’intervento dei giudici  amministrativi è stato il ricorso della Paolo Brizzi Srl, il secondo in ordine di tempo nei confronti della procedura concorsuale, collocatasi al secondo posto nella gara. In realtà il ricorso era stato presentato per impugnare la più recente provvedimento della partecipata, quello dello scorso 1° marzo, con cui per la seconda volta in un anno la gara veniva aggiudicata all’altro raggruppamento di imprese, per un prezzo offerto di 116.415,00 euro per 12 mesi. Ma dei tre motivi addotti dal ricorrente, tra i quali quello già noto dell’errore di calcolo del punteggio da attribuire all’offerta economica dei due soggetti in gara, i giudici del Tar (Umberto Realfonzo, presidente, Paola Anna Gemma Di Cesare, consigliere e Maria Colagrande, primo referendario ed estensore) hanno preso in considerazione il ‘vizio’ forse meno sostanziale ma più formale, presente addirittura già dall’aprile 2018: la mancanza del documento d’identità del rappresentante legale della società dichiarante all’interno della busta con l’offerta tecnica, la cui presenza è prevista dalle regole del bando e protagonista di altre pronunce giurisprudenziali sul tema. Gli stessi giudici hanno anche rilevato che questa omissione era stata segnalata anche dalla commissione giudicatrice del bando, nel verbale del 19 aprile 2018, in cui vennero aggiudicati i punteggi alle due ditte concorrenti, sulla base delle offerte tecnica ed economica.
In quel verbale veniva dato atto che la Paolo Brizzi aveva offerto 105.183,00 euro (con un ribasso del 10,10% sulla base di gara di 117.000 mila euro), totalizzando un punteggio di 74,40 punti, l’Ati 116.415,00 (ribasso dello 0,5%), con punteggio di 97,10. Scattano due ricorsi: quello della Brizzi contro l’aggiudicazione alla Tecnocall e di quest’ultima contro la revoca dell’aggiudicazione. Il Tar ha discusso separatamente, e con due collegi diversi, i due ricorsi, con esito duplice: respinto il ricorso della Paolo Brizzi, accolto quello della Tecnocall, che lo scorso 19 aprile si vede notificare l’aggiudicazione del servizio proprio sulla base della pronuncia del Tar.
L’aspetto paradossale, oltre che scoprire come la gara sarebbe stata ”viziata’ all’origine per la mancanza del documento d’identità, sta nel fatto che proprio quando la TeAm ha deciso, nel 2017 con Pietro Pelagatti nuovo amministratore delegato, di indire per la prima volta una gara d’appalto per la gestione del contact center e chiudere dunque l’epoca degli affidamenti diretti e della proroghe (la Paolo Brizzi attualmente lo gestisce nelle more della definizione della gara), la questione si è incagliata nelle maglie della giustizia amministrativa. Nella sentenza i giudici, accogliendo il ricorso di Brizzi, hanno deciso di compensare le spese del giudizio tra ricorrente (Paolo Brizzi) e costituita in giudizio (Tecnocall/Italia Sviluppo). La Teramo Ambiente non era presente in giudizio.