TeAm, i sindacati chiedono "atto di forza" e il sindaco pensa ad affidare il servizio al MoTe FOTO

TERAMO – I sindacati chiedono al sindaco "un atto di forza" che sblocchi la situazione di stallo al vertice della Teramo Ambiente, dove un’assemblea dei soci viene continuamente rinviata, "dove l’amministratore delegato non risponde alle nostre richieste e dove manca una governance con cui possiamo rapportarci", come ha sintetizzato Amedeo Marcattili, segretario della Cgil funzionale pubblica. E Gianguido D’Alberto, più di ogni altra volta, scopre la possibile strategia per aggirare il ‘blocco’ del curatore fallimentare Marco Basaglia: ricorrere all’affidamento diretto dei servizi al MoTe, conforme al percorso indicato dall’Agir.
Alza i toni della discussione, il sindaco, dopo l’incontro durato oltre un’ora di confronto con i sindacalisti della Cgil, Cisl, Uil Trasporti e Fiadel: "Se permarrà questo clima di ostilità contro il Comune, questo muro contro muro dell’amministratore delegato, cominceremo a prefigurare altri scenari – ha confermato il primo cittadino -, perchè deve essere chiaro che il futuro della TeAm può scriverlo soltanto il Comune di Teramo, rimasto l’unico cliente della partecipata". La motivazione è chiara. I sindacati continuano a sottolineare che restano sul tavolo problemi atavici come i mezzi obsoleti, i carichi di lavoro, le turnazioni e le ferie, ma comprendono come le richieste sono lettera morta di fronte allo stallo determinato dalla vacatio della presidenza (Pietro Bozzelli è stato revocato e Luca Ranalli, designato dal sindaco, è pronto a succedergli) e dall’incertezza su chi sarà il nuovo socio privato dopo i ricorsi successivi all’asta tra l’imprenditore Franco Iachini e la Comir guidata dal Gruppo dell’ex Ad Stefano Gavioli. Da qui il mandato libero al sindaco, affinchè si proceda "nel rispetto dei lavoratori che ogni giorni portano avanti l’azienda – ha ribadito anche Fabio Benintendi della Cisl -".
"Se il 5 luglio, nella seconda convocazione dell’assemblea degli azionisti non sarà permesso di ricostituire gli organi del Consiglio di amministrazione – ha ribadito D’Alberto – se ne assumerà le responsabilità. Chi impedisce il normale svolgimento dell’attività dell’azienda, significa mettere in discusisone la contniuità aziendale". Sono i servizi il cavallo di Troia in possesso del primo cittadino, dietro al quale si sono schierati in molti, dal consigliere di maggioranza Maurizio Verna, che chiede le dimissioni del cauratore Marco Basaglia e chiede l’azzeramento del Cda, come ha fatto il coordinatore dei Comitati di quartiere, Domenico Bucciarelli. "Il problema che non si è compreso – dice Gianguido D’Alberto – non sta nel gradimento di questo o dell’altro socio privato che dovesse entrare, bensì regolarizzare il servizio di igiene urbana e individuare il nuovo soggetto che dovrà gestirlo. Noi vogliamo che sia la Teramo Ambiente, in una situazione diversa rispetto al passato  dove non sia la politica a gestire per suo interesse l’azienda, come è stato per tanti anni e da cui deriva l’effetto di questa situazione". Richiamo del senso di responsabilità, quella del sindaco, a tutte le parti, lavoratori compresi, che tende a scongiurare uno ‘sciopero dei rifiuti’, mai tanto concreto come in questa fase: "Speriamo di no, noi siamo pronti a fare la nostra parte – ha concluso –  e perchè siamo convinti del senso di responsabilità da parte di chi questa azienda la porta avanti da tempo".