omicidio suicidio

TERAMO – C’è tutta la disperazione di un padre che nella gran parte della sua vita ha costituito l’unica sostegno per la sua ragazza disabile, nel drammatico tentativo di omicidio-suicidio sventato ieri mattina a Villa Rupo, frazione ai confini del territorio comunale tra Castrogno e Garrano. L’infermiere in pensione di 78 anni è stato trovato assieme alla figlia 20enne, sofferente di un gravissimo handicap fisico e psichico, sul letto di casa, in una stanza sigillata con il nastro isolante e due bombole del gas aperte che diffondevano veleno nell’ambiente. L’intervento dei vigili del fuoco e dei poliziotti della volante della Polizia di Stato è stato provvidenziale. Per fortuna il gas non aveva saturato la stanza e dottoressa e infermieri del 118 hanno potuto strapparli a morte sicura, se non fosse stato per la visita di un cognato che attorno alle 8:30 ha provato inutilmente a farsi aprire la porta di casa. Si è insospettito e, spaventato dal forte odore di gas, ha lanciato l’allarme.
Con le lacrime agli occhi, più tardi, quando in ospedale si è ripreso dallo stordimento che il gas aveva provocato in lui e nella figlia, ha ammesso che voleva farla finita e allo stesso tempo metter fine alla sofferenza della ragazza, disabile grave dalla nascita. Quella figlia – che aveva riportato a vivere con lui, dopo un ricovero in una struttura assistenziale che riteneva non essere all’altezza delle necessità della sua bambina -, era il cruccio della sua vita e a lei ha sempre provveduto, immaginandone il futuro del dopo di lui. Lui che aveva dovuto farle anche da madre, perchè la moglie si era allontanata dal nucleo famigliare quando la ragazza aveva appena 4 anni. Le difficoltà sempre crescenti di essere in grado di affrontare un’assistenza così particolare e il timore di non poterci essere più prima o poi, lo hanno fatto cedere e tentare un gesto tragico e disperato. Erano all’incirca le 4 di notte quando ha organizzato tutto: è stato attento a sigillare ls camera da letto, sistemando il nastro isolante alle porte e alle finestre, per evitare che il gas potesse diffondersi ad altre stanze e impedire la saturazione completa. Poi ha aperto le valvole delle due bombole, che ha sistemato a fianco dei due letti. La ragazza dormiva e lui è stato attento a non svegliarla e poi si è coricato anche lui, aspettando di prendere sonno e lasciarsi avvelenare entrambi dal gas. Non ci è riuscito per l’interventoi dei soccorsi.
Al pronto soccorso del Mazzini, dopo l’intrvento dei sanitari del 118, i pazienti sono stati assistiti e mentre il genitore è stato trasferito per il ricovero in psichiatria, a Giulianova, con un tratamento sanitario obbligatorio, la ragazza è stata trattenuta nell’ospedale del capoluogo. Il precario stato generale di salute, oltre all’handicap, è sotto attenta valutazione dei medici. E’ molto probabile che una volta in grado di essere dimessa, venga affidata a una struttura protetta di assistenza. Intanto, la Polizia di Stato sta preparando una relazione da rimettere alla magistratura e al tempo stesso indaga per capire quale controllo e monitoraggio siano stati effettuati dai servizi sociali. Anche per questo motivo nelle prossime ore sarà sentito il personale delll’apposito assessorato comunale a Teramo.