Processo Tercas, cade l'accusa di appropriazione indebita per 10 dei 14 imputati. Udienza a settembre

TERAMO – Secondo colpo di scena nel processo per il crac dell’ex Tercas, in corso a Roma dinanzi al quarto collegio della IX sezione penale. Il tribunale ha infatti pronunciato la sentenza di non luogo a procedere nei confronti di 10 dei 14 imputati, perché le contestazioni di appropriazione indebita sono estinte "per intervenuta remissione di querela", da parte della Banca Popolare di Bari. E’ l’effetto di quanto disposto dal decreto legislativo dell’aprile 2018 e che rimette alla decisione della parte lesa la procedibilità per questo reato: non si persegue più d’ufficio e Bpop Bari ha deciso di rimettere le querela nei confronti degli imputati xhe era stata presentata il 22 dicembre scorso, depositando la dichiarazione all’udienza dello scorso 3 luglio. Il tribunale ha concesso 48 ore di tempo a tutti gli indagati per accettare la remissione e venerdì ha pronunciato la sentenza. Il reato di appropriazione indebita viene così cancellato dal capo d’imputazione (era ‘rubricato’ alle lettere C e D) per Antonio Di Matteo, Cinzia Ciampani, Francescantonio Di Stefano, Pancrazio Natali, Raffaele Di Mario, Pierino Isoldi, Giampiero Samorì, Gilberto Sacrati, Cosimo De Rosa e Vittorio Casale.
E’ vero che il resto delle contestazioni sono pur sempre un castello accusatorio dal quale difendersi (e ad esempio l’ex direttore generale Antonio Di Matteo ha chiesto di essere sentito al riguardo), ma è indubbio che il taglio processuale incrina un dibattimento già indebolito da. un percorso tortuoso e ricco di novità, molto probabilmente avviato verso una prescrizione poi non tanto lontana. La contestazione di appropriazione indebita, infatti, era prioritario sostegno accusatorio contro la concessione di affidamenti a imprenitori o a società ad esser riconducibili, di particolare portata economica e non sempre accompagnati dalle sufficienti garanzie. La remissione della querela da parte della Banca Popolare di Bari – che grazie all’intervento del Fondo di garanzia ha potuto rilevare l’ex Tercas con un’operazione da oltre 220 milioni di euro -, è dunque novità di portata pari al rinnovo del collegio giudicante. Dopo 43 udienze e una cinquantina di teste ascoltati, nel gennaio scorso è cambiato un giudice del collegio. La presidente Annalisa Marzano è stata sostituita dalla collega Valentina Valentini e nel dibattimento, aperto nel 2016, sono stati rinnovati tutti gli atti fino a quel momento formati. Il processo adesso riprenderà a settembre.