La verifica di D'Alberto scatena i malpancismi. Dallo 'schiaffo' della Di Timoteo ai malumori di Cipolletti, mentre Francia fa il tifo per Cavallari in 'Italia Viva'

TERAMO – La verifica avviata dal sindaco Gianguido D’Alberto ha scoperchiato un pentolone che bolliva nella coalizione civica di centrosinistra. Il tatticismo e la campagna acquisti innescate dal passaggio della vicesindaca Cristina Marroni e di due consiglieri di Teramo 3.0 (Luzii e Di Teodoro) in Italia Viva, è stato l’innesco di una serie di rivendicazioni, più o meno travestite da commento politico, che adesso infiammano il dibattito all’interno di Insieme Possiamo e che vedono un Pd (ovvero i due gruppi di maggioranza relativa all’interno della coalizione di D’Alberto) per il momento alla finestra, alle prese con la valutazione del diverso peso nel numero dei consiglieri rispetto all’avvio dell’amministrazione. 
Tutto questo mentre Christian Francia, l’ideologo di Teramo 3.0, dato per ‘accantonato’ nei progetti di Italia Viva troppo frettolosamente dalle stesse dichiarazioni della vicesindaca-moglie Marroni, si augura che l’annunciato passaggio in maggioranza di Giovanni Cavallari già candidato sindaco di Bella Teramo e competitor di D’Alberto, avvenga al più presto: "Sarei davvero felice se il mio amico Giovanni Cavallari entrasse in maggioranza – scrive su Facebook -, sia perché è persona di grande e vasta reputazione, sia perché diverrebbe il quarto consigliere di Italia Viva, dando al Gruppo maggiore forza e slancio. Forza Giovanni, ti aspettiamo!". Ma come? Non era fuori dal progetto di Italia Viva, anche perchè in predicato di candidarsi quale sindaco del centrodestra a Castelli?
Che il suo ‘fantasma’ continui ad aleggiare attorno alla maggioranza dopo averne costituito spina nel fianco, in particolare del Pd e di qualche civico, lo si nota nella presa di posizione di Vincenzo Cipolletti, consigliere di Podemos e presidente della Commissione Sanità, che si sarebbe messo in posizione critica dinanzi all’atteggiamento remissivo del sindaco (avrebbe voluto una netta presa di distanza da Italia Viva), per poi rientrare nei ranghi dopo una telefonata dello stesso D’Alberto. Intanto però non perde tempo a discutere con Giovanni Luzii, fresco di passaggio nel partito di Renzi da Teramo 3.0, con la faticosa mediazione della consigliera di +Europa (altro gruppo consiliare in fibrillazione), Ilaria De Sanctis, a cercare di riportare in famiglia il lavaggio dei panni sporchi.
Chi non si affida a Facebook per far sapere il suo pensiero è Francesca Di Timoteo, già fedelissima del sindaco nella passata consiliatura (all’opposizione quando non c’era trippa per gatti), e sempre più freddina strada facendo, delusa secondo i rumors di non essere stata considerata tra i papabili per un assessorato (dovendosi accontentare di essere presidente di Commissione). Senza peli sulla lingua, la sua contro-lettera aperta con cui il primo cittadino ha aperto alle forze civiche e democratiche in vista di un rimpasto-allargamento barra azzeramento della giunta, va dritta al punto, dichiarando da oggi in poi la sua indipendenza da Podemos e l’insistenza nel chiedere conto a D’Alberto delle cose da fare e non fatte. Il casus belli è la semi ufficializzazione dell’ingresso in maggioranza di Mauro Di Dalmazio e di Giovanni Cavallari, avversari nella competizione elettorale: "Cos’è un atto di cortesia? – chiede la Di Timoteo – No, questo è un atto di sopravvivenza. Dobbiamo avere più rispetto verso i cittadini: quello che Lei intende porre in essere non appartiene alla tanto sbandierata nuova politica ma ripete un cliché già visto, e sperimentato, in un recente passato". Francesca Di Timoteo, citando l’altra fondatrice di Insieme Possiamo, Ilaria De Sanctis, ritiene di essere state abbandonate a contesta al sindaco "all’indomani della nomina di aver dimostrato di non avere il coraggio di decidere perché sono stati altri a farlo per Lei. Ha delegato la formazione della Giunta, ha delegato persino l’immagine politica e ha permesso che venissero fatte talune esternazioni che ricordavano più delle maionesi impazzite che dei ragionamenti politici". E stavolta la critica al bilancio di due anni di consiliatura arriva dall’interno: "Evito poi di affrontare i risultati amministrativi conseguiti a distanza di quasi due anni: di questo basta parlare con molti cittadini alla cui delusione mi associo – chiosa la consigliera delusa -".