Gran Sasso, depositato il piano per allontanare le sostanze tossiche dai laboratori Lngs

TERAMO – Entro qualche mese i Lngs nel cuore del Gran Sasso dovranno rinunciare a due degli esperimenti di punta che hanno reso famoso l’Infn in tutto il mondo: Lvd (l’osservatorio sotterraneo di neutrini attivo dal 1992 il cui scopo principale è lo studio delle supernovae da collasso gravitazionale) e Borexino (un rivelatore a scintillatore liquido di grandi dimensioni il cui scopo è lo studio delle proprietà di neutrini solari a bassa energia e indirettamente della materia oscura).

 

I Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare del Gran Sasso ieri hanno depositato in Regione Abruzzo i documenti per richiedere la Valutazione di Incidenza Ambientale per l’allontanamento di 2.300 tonnellate di sostanze pericolose stoccate nella montagna per gli esperimenti LVD (1.040 tonnellate di acqua ragia) e Borexino (1.250 tonnellate di trimetilbenzene).

 

«Dopo anni di lotte e denunce della Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso, che aveva dimostrato l’irregolarità del deposito delle sostanze nella montagna in quanto il Testo Unico dell’Ambiente D.lgs.152/2006 (in particolare l’art.94) e le leggi previgenti da decenni avevano introdotto l’esplicito divieto di stoccaggio di materiali pericolosi vicino ai punti di approvvigionamento idro-potabile disponendo l’allontanamento delle sostanze eventualmente presenti, si avvia ufficialmente l’iter per smantellare i due esperimenti LVD e Borexino».

 

Si legge in una nota dell’attivista Augusto De Sanctis: «Il rischio derivante da eventuali incidenti nei due esperimenti per uno dei bacini acquiferi più importanti d’Europa, che disseta 700mila persone nelle province di Teramo, L’Aquila e Pescara, è elevatissimo, come ormai ammesso anche dalle prefetture nel Piano di Emergenza Esterno dei Laboratori, redatto dopo anni di omissioni nonostante i laboratori, proprio per la presenza di queste sostanze, fossero classificati ufficialmente come Impianto a Rischio di Incidente Rilevante (direttiva Seveso). Ricordiamo che nel 2002 un incidente nell’esperimento Borexino comportò la dispersione di decine di litri di trimetilbenzene con conseguente sequestro parziale dei laboratori da parte della Magistratura teramana. Una nuova inchiesta della Procura di Teramo ha accertato, attraverso una perizia tecnica, la sussistenza ancora oggi di gravi rischi».