Azienda in concordato ‘recupera’ 1,5 milioni non dovuti alla banca per anatocismo

Liquidatori e commissari della Gi.Effe Moda di Sant’Egidio portano in giudizio Unicredit e ottengono dal giudice il riconoscimento di spese, interessi e commissioni non dovuti negli anni su 9 conti correnti

TERAMO – Un milione e mezzo di risarcimento per anatocismo bancario. E’ quanto stabilito dal giudice della sesta sezione civile del tribunale ordinario di Milano, a favore della procedura che gestisce il concordato preventivo della Gi.Effe Moda Spa di Sant’Egidio alla Vibrata, pronunciandosi nel ricorso contro Unicredit.

In un momento non proprio edificante, sotto il profilo dell’immagine, per le procedure concorsuali, stando all’attualità dell’inchiesta della procura teramana sui fallimenti depredati che ha portato agli arresti domiciliari un commercialista teramano e il figlio, assume maggior rilievo quanto ottenuto, dai liquidatori giudiziali, l’avvocato Alessandra Pinciarelli e il commercialista Sergio Saccomandi, e dai commissari giudiziali, l’avvocato Luca Di Eugenio e il commercialista Michele Cappelletti. Se nel primo caso (quello dell’inchiesta) l’attivo patrimoniale veniva trasferito su società di comodo per interessi privati, in questo caso la strategia giudiziale messa in campo dai professionisti cui il giudice delegato ai fallimenti Giovanni Cirillo ha affidato la procedura, ha prodotto un importante ‘rientro’ di credito nell’interesse del concordato, oltre che un successo sul piano della controversia civile, avviata nel 2019.

La sentenza, pronunciata a maggio e notificata in questi giorni, ha accolto su tutta la linea quanto i professionisti teramani incaricati della procedura hanno eccepito, vale a dire la illiceità dell’addebito su nove conti correnti intrattenuti dalla Gi.Effe Moda con Unicredit, delle spese, degli interessi e di commissioni variate unilateralmente dalla banca senza comunicazione, ma soprattutto di interessi ultralegali non concordati per iscritto e dei famosi ‘interessi sugli interessi’, ovvero anatocistici, non dovuti perchè in violazione dell’articolo 1283 del codice civile che regola la materia (soprattutto con l’intervento della corte costituzionale e poi legislativo che dal 2016 ne ha vietato l’applicazione). In alcuni casi erano stati applicati anche interessi superiori alla soglia del tasso di usura.

Un risultato importante, anche ai fini della rivalutazione delle somme a disposizione della procedura concorsuale per soddisfare i credito e che comunque riporta d’attualità uno dei meccanismi contorti, cui in passato hanno fatto spesso ricorso gli. istituti di credito e contro i quali tantissimi cittadini, titolari di conti correnti, avevano proposto ricorsi, ottenendo significative vittoria in sede di giustizia civile. Questo della Gi.Effe Moda Spa può essere considerato particolare perchè proposto da liquidatori e commissari giudiziali, ‘a caccia’ di recupero di crediti utili alla soddisfazione della platea di aventi diritto nel concordato.