La crisi del centrodestra / Di Stefano: “Dal 2018 non abbiamo imparato nulla”

Anche l’ex assessore del gruppo Gatti torna a sollecitare un tavolo per decidere una candidatura a sindaco autorevole e unitaria

TERAMO – La crisi nel centrodestra, alla luce delle elezioni per il Presidente della Provincia, concretizzatesi con una spaccatura netta tra le anime della coalizione che ha sostenuto due candidati diversi (Domenico Piccioni e Massimo Vagnoni) prende corpo nelle prese di posizione e nei commenti di questi giorni. Con la nostra analisi di ieri su come l’indecisione di Paolo Gatti (sua e degli amici di coalizione, partiti compresi) stia attanagliando il centrodestra in un pericoloso immobilismo e che nulla pare sia cambiato dalla caduta di Brucchi a oggi (leggi qui) concorda anche un ex ‘delfino’ del leader di Futuro In e tra i consiglieri (poi assessore) più votati della lista, Rudy Di Stefano. Ecco il suo intervento.

Dopo aver attentamente seguito le elezioni provinciali prima, ed il successivo lacerante dibattito poi, mi permetto di intervenire con una sequenza popolare in voga tra i giovani: ‘ma anche basta!’ Il risultato delle votazioni ed i successivi comunicati mostrano come il centrodestra non ha tratto nessun insegnamento dalla sconfitta delle comunali 2018 (dove tutti, compreso chi scrive, ha avuto delle responsabilità). Addirittura, oggi i rapporti sembrano ulteriormente deteriorati – scrive Rudy Di Stefano -. Con fantasiose letture politiche, nel tentativo di giustificare la propria strategia, i partiti tutti proclamano il proprio ‘j’accuse’, sfuggendo alla reale causa del male: i personalismi!

“In nome di una resa dei conti, giocata su tavoli che nulla hanno a che fare con il bene della Città di Teramo, si è perso del tempo utile per lavorare, seriamente, ad un programma ed un candidato Sindaco condiviso. Tutto ciò non è degno di una coalizione che governa a livello nazionale, governa in Regione e vince ovunque si presenta compatta. Rappresentare i partiti, in particolar modo se essi sono di Governo, impone un alto senso di responsabilità ed un profondo discernimento tra quelli che sono gli interessi personali ed il bene comune”.

Tuttavia, ora si dovrà giocare un’altra partita, ben diversa da quella provinciale (dove a decidere era solo la parte politica). Adesso saranno i cittadini ad arbitrare (dettaglio – quest’ultimo – di non poco conto). Pertanto, ritengo sia necessario e doveroso un passo indietro da parte di chi, con le proprie determinazioni politiche, sta intenzionalmente indebolendo il centrodestra teramano. Contestualmente, è altrettanto necessario e doveroso un passo avanti da parte della classe dirigente politica del Comune capoluogo. Troppo silenziosa e remissiva.

Capisco le difficoltà nel prendere posizioni ferme ed autorevoli; ho fatto per anni ‘vita di partito’, ne comprendo bene logiche e gerarchie. Tuttavia, sebbene le scelte vadano condivise con gli organi provinciali e regionali, a quest’ultimi non va concessa l’imposizione di strategie ad personam e deleterie per il proprio territorio”.

Detto ciò, va fatta una seria riflessione sulle modalità con le quali mettersi a tavolino per condividere una candidatura autorevole ed unitaria, senza che questo diventi un nuovo terreno di scontro. A tal proposito, invito i responsabili comunali dei partiti ed i movimenti civici che ruotano nell’area del centrodestra, a prendere l’iniziativa in maniera autonoma, evitando di delegare le scelte per la nostra Città a chi, oltre a non abitare il nostro territorio cerca anche di indebolirlo”.

Se questo può essere un modus operanti condivisibile, se c’è la reale volontà di ricompattare ed allargare la coalizione, noi ci siamo – prosegue Rudy Di Stefano -. Io, insieme agli amici dell’associazione politica (per la quale abbiamo rimandato la presentazione auspicando, nei prossimi giorni, un clima più disteso e collaborativo), siamo pronti a mettere a disposizione il lavoro programmatico fin qui fatto, confrontandoci con spirito propositivo sulla scelta del miglior candidato Sindaco possibile”.