Castrogno: scoppia rissa tra detenuti albanesi e italiani, diversi contusi

Uno dei prigionieri stranieri ha spinto l’unico agente di sorveglianza presente al rientro nelle celle e ha aperto gli sbarramenti. Dal Sappe altro appello al prefetto: “Fate una visita ispettiva”

TERAMO – Un’altra giornata di terrore all’interno del carcere di Castrogno dove ormai la situazione degenera di giorno in giorno e per la Polizia penitenziaria diventa uno sforzo sovrumano tenere testa alle intemperanze dei detenuti.

Ieri sera, al momento della chiusura delle celle, per motivi ancora inspiegabili, è scoppiata una violenta rissa tra prigionieri albanesi e italiani. Tutto è partito dallo spintone che uno degli albanesi ha rifilato all’unico agente di sorveglianza, riuscendo poi ad aprire gli sbarramenti delle sezioni e le due fazioni sono venute alle mani. A riferirlo stavolta è il segretario provinciale del sindacato Sappe, Giuseppe Pallini: “Solo grazie alla prontezza d’intervento del personale intervenuto subito – dice – sono stati evitati guai peggiori per l’ordine interno. Questo episodio evidenzia ancora una volta se c’è ne fosse bisogno la gravissima carenza di personale atteso che nei reparti detentivi dovrebbero essere di servizio tre poliziotti, invece ve n’era solamente uno”.

Per fortuna non ci sono state gravi conseguenze, con alcuni dei partecipanti alla zuffa (per i quali saranno presi provvedimenti) che hanno fatto all cure dell’infermeria per alcune contusioni.

A queste condizioni, con un sovraffollamento di 170 detenuti in più, non si può garantire la sicurezza dell’istituto ponendo a repentaglio l’incolumità degli operatori di polizia e dei detenuti – prosegue Pallini -. Non è più rinviabile l’adeguamento dell’organico dei poliziotti e il trasferimento in altre sedi di almeno 70 degli attuali detenuti per ripristinare un clima lavorativo sereno e che permette di assicurare le attività trattamentali a favore dei detenuti. Rinnoviamo il nostro ‘grido d’allarme’ al Prefetto di Teramo affinché anch’egli solleciti il Ministro della Giustizia a risolvere i problemi della Casa Circondariale di Teramo e, nel frattempo, valuti l’opportunità di convocare con urgenza il Comitato per l’ordine e la sicurezza prima che la situazione sfugga di mano dagli esiti imprevedibili”.

Alla politica teramana tutta – conclude il segretario del Sappe – si chiede un atto ispettivo presso l’istituto di pena per verificare le condizioni lavorative del personale di Polizia Penitenziaria e degli altri operatori e se vi sono le condizioni per assicurare ai detenuti quanto stabilito dalla carta costituzionale”.