FOTO / Antonetti prova a seguire le orme di Chiodi (almeno nella convention) e ‘congela’ l’ospedale

La parata di centrodestra al Comunale. Nuovo nosocomio, l’aspirante sindaco sceglie una posizione neutra per mettere d’accordo le anime contrarie della sua coalizione

TERAMO – Una sfilata di candidati, e tra questi un decina di giovani (anche se la coalizione può vantare una discreta pattuglia di ultra 70enni e in particolare ‘risorti’ delle consiliature anni ’80-’90) posti sul palco a mò di quinta del protagonista, ha accompagnato la ‘convention’ alla Chiodi-Brucchi del candidato Carlo Antonetti nel canonico spazio del teatro Comunale.

In questa scenografia in stile berlusconiano, con il candidato che ha scelto il dolcevita ‘domenicale’, si è consumata lettura di un programma-non-programma, fatto in gran parte delle solite cose ‘neutre’, che vanno bene per qualsiasi schieramento, ma che a scavare permette di scoprire che ad esempio, sull’ospedale, il candidato Antonetti ‘congela’ la questione delocalizzazione no, delocalizzazione sì.

Per dirla alla Antonetti, che ricorre alla parafrasi sportiva, è come come un arbitro che fischia ‘fallo di confusione’ in area: un compromesso di coalizione, cioè, per mettere d’accordo Lega e Fratelli d’Italia – che con il governo regionale e la Asl di Teramo – hanno deciso di finanziare il nuovo nosocomio a Piano d’Accio, e Futuro In che ha organizzato anche manifestazioni di piazza per pretendere di mantenerlo a Villa Mosca. Il risultato è la laconica frase: “Discuteremo del ‘come’ sarà prima del ‘dove’, con lo scopo di costruire una ‘casa della salute’ efficiente, moderna, attrezzata”.

Il candidato civico di centrodestra è tornato poi ancora a citare lo slogan ‘Riportiamo Teramo in serie A’, laddove l’argomento sport (inteso come discipline principali, ovvero calcio e pallacanestro) provoca tuttora irritabilità pericolosa non solo per la fazione estrema della tifoseria e tale da risultare terreno minato su cui andare.