Le elezioni sono finite, eppure Antonetti scivola ancora sulle bucce di banana

Offeso da un invito ‘informale’ alla celebrazione dei 100 anni di storia del basket cittadino, lo rifiuta e accusa il Comune per il contributo alla manifestazione…

TERAMO – Dov’è finito il presidente tutto charme e pochette, quello che faceva il giro di campo a braccia alzate e sorridendo a tutti, quando si vinceva? Dove sono finiti lo stile, l’eleganza e diremmo anche lo scritto (perché oggi, si vede, non sembra essere il suo…)? Dov’è quel Carlo Antonetti che aveva scelto coraggiosamente di tuffarsi nell’agone politico cittadino e prima ancora nello sport da sempre ‘nemico’, quella pallamano che da presidente del basket aveva ‘cacciato’ dal Palaska per farne la casa del canestro, mettendosi a capo del Comitato per il Cinquantennale della Coppa Interamnia?

Perchè di sicuro non riconosciamo l’Antonetti sportivo ed educato in colui che ha diffuso nel pomeriggio la nota livorosa con cui declina, non si sa bene perché, l’invito a partecipare a quella pregevole iniziativa per i 100 anni della pallacanestro cittadina, che domani sera vivrà una celebrazione che coinvolgerà a lungo la città in uno dei ricordi più cari dello sport teramano. Se l’è presa forse perché ha ricevuto l’invito via mail, come tantissimi altri comuni mortali? Se così fosse, a chi gli suggerisce di continuare su questa linea dell’aggressività e della rivendicazione rancorosa, che l’ha trascinato al massacro in campagna elettorale e gli ha fatto bruciare all’esordio la sua carriera consiliare, dovrebbe dire che questo gruppo di amici e soprattutto volontari appassionati, ha provato a coinvolgerlo in tanti modi nell’iniziativa, nonostante fosse stato lui, da subito, a mostrare avversione alla celebrazione con un “se c’è da farla me la faccio da solo“.

Ma non è la prima volta che accade. Ricordate il 9 settembre dello scorso anno? Antonetti forse no. E’ il giorno dell’intitolazione del palazzetto dello sport al professor Tino Pellegrini, l’icona (questa sì) della pallacanestro dell’intera provincia teramana, tanto per tenerci stretti. Anche in quella occasione l’ex presidente di quella che fu la squadra di pallacanestro della nostra città, non ci degnò della sua presenza. Anche in quel caso fu un’assenza condita da piccate polemiche sulle ‘modalità’ di invito. Se ci fosse stato avrebbe sentito il sindaco Gianguido D’Alberto e il mito del basket Ivano Bisson lanciare l’idea di una festa del centenario. E avrebbe saputo già da lì di essere tra gli invitati, come tutta la città, anche quella che non ha mai visto una partita.

Oggi, purtroppo, ci risiamo. Ancora un invito non gradito, un affronto da lesa maestà. Ma questa reazione è stata un pò più pesante. Ha spiazzato un pò tutti, A cominciare da quel gruppo di volontari, amici e appassionati, protagonisti diretti in molti casi, alcuni dei quali hanno insegnato questo sport ad Antonetti, che grazie a loro ha potuto praticarlo, che hanno vissuto con lui l’esperienza sui campetti, e tra questi molti che gli hanno portato l’acqua, come si dice in gergo sportivo, in mezzo al campo. Quelli che in questi ultimi mesi hanno messo l’anima per ricostruire, con pazienza certosina, la storia degli ultimi 100 anni di basket all’ombra del Duomo. E lui, che è stato più giocatore del Campli e del Roseto e meno del Teramo, questa storia la conosce bene. Una storia scritta all’inizio col sudore e alla fine con il sangue. E che non gli ha fatto guadagnare, di diritto o più degli altri, la possibilità di dire, alla Alberto Sordi, “io so io e voi non siete un c….”.

Eppure tanta incazzata ritrosia non l’abbiamo registrata nell’ex presidente Antonetti quando si è trattato di sedere in prima fila in occasione della presentazione (con addirittura due mesi di anticipo rispetto agli ultimi 40 anni) della 50esima Coppa Interamnia. Anche in quel caso gli inviti a tutti, nessuno escluso, arrivarono via mail. E’ vero dimenticavo, eravamo in campagna elettorale. Ma fin qui l’invito. Che dire poi del come al solito forzato tentativo di metterci di mezzo l’avversario politico che l’ha ‘asfaltato’ per restare nel linguaggio cestistico? sta storia dei 30.000 euro proprio non gli va giù: prima con la guida di Repubblica e il mitico timballo scomparso, adesso il finanziamento a qualcosa che celebra la città. Per chi dovrebbero essere spesi i soldi, soltanto per la ‘sua’Coppa Interamnia?

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