TERAMO – Il riordino delle Provincia è una spina nel fianco della Regione, che si trova a gestire la nuova organizzazione, complicatissima e molto delicata, tra cui le preoccupazioni dei dipendenti. Su questi ultimi il capogruppo del PD alla Regione, Sandro Mariani, annuncia: “a breve vi sarà una ricognizione del fabbisogno da parte di Regione, comuni e di altri enti che dovranno comunicare per gli anni 2015 e 2016 le disponibilità di personale necessarie per coprire i propri organici, in modo da avere un quadro unitario su come impiegare il personale provinciale in questi enti oppure tramite stipula di convenzioni con gli organi statali”. E Mariani assicura: ”La Regione Abruzzo ha un occhio vigile ed attento sul complesso riordino che sta interessando le province. Siamo consapevoli che questa fase transitoria ha modificato profondamente l’assetto istituzionale dell’ente provincia che eravamo abituati a conoscere. Così come siamo altrettanto consapevoli – scrive Mariani in una nota – che ai cittadini dobbiamo offrire risposte ai loro bisogni anche in questi passaggi caratterizzati da un complicato riordino istituzionale”. “Non possiamo che dare seguito agli indirizzi generali del Governo” dice Mariani “e vigilare sul modo in cui avverrà il riordino che è il vero oggetto della discussione sulle province. Ai dipendenti delle province non può essere scaricato il malfunzionamento ed i disservizi di questi giorni ma allo stesso tempo va trovata la soluzione migliore per il loro ricollocamento in Regione o nei comuni.” La giunta regionale ha di recente approvato un disegno di legge che costituisce un insieme di principi attraverso cui affrontare la questione del riordino delle province”. Secondo il capogruppo del PD la Regione è impegnata “in una difficile partita che ci assegna il compito di ridisegnare le risorse umane e strumentali delle province in favore di altri enti. Così come siamo impegnati nel non disperdere quel patrimonio di servizi che l’ente provincia ha erogato in questi anni e che oggi il Governo ci chiede di ripensare. Accanto a servizi che la provincia non erogherà più ve ne sono altri importanti che la “nuova” Provincia potrebbe gestire, come ad esempio la centrale unica di committenza in favore dei comuni che se ne vorranno avvalere. ”
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