Benedetti undici metri

L'Italia è per la quarta volta campione del mondo. Meglio ha fatto solo il Brasile. Al quarto titolo la squadra è arrivata con molta fatica, ai rigori. Nessuno degli azzurri (Pirlo, Materazzi, De Rossi, Del Piero, Grosso nell'ordine) ha sbagliato. Trezeguet, il secondo dei suoi a tirare dal dischetto, ha centrato la parte bassa della traversa. Alla fine, sono stati i centimetri, non la freschezza a fare la differenza. E, ancora di più, la differenza l'ha fatta un colpo di testa di Zidane. Fino a quel momento, il migliore in campo. Aveva segnato su un rigore per me molto dubbio, se non inesistente, ma l'ho rivisto alla moviola. Alla velocità normale, l'entrata di Materazzi su Malouda poteva sembrare fallosa. Il francese si è tuffato, l'arbitro ha abboccato. Erano passati solo 6 minuti e già si era visto che la Francia era più in palla del previsto, l'Italia meno. Faccio atto di contrizione per avere sbagliato il pronostico, altro che 31 nei tempi supplementari. Se, dopo uno scambio di opinioni con Materazzi, Zidane non gli avesse rifilato una craniata al petto, forse faremmo altri discorsi. Ma il calcio è questo, e Zidane non è nuovo a certi raptus, basti ricordare il Mondiale del '98. L'espulsione del capitano francese è arrivata dopo 5 minuti del secondo tempo supplementare. La Francia aveva già dovuto sostituire Vieira (11' st), noie muscolari, con Diarra. Senza fare miracoli, ma con geometrie più precise e soprattutto arrivando in anticipo su ogni pallone, la Francia stava letteralmente cuocendo l'Italia a fuoco lento. Per fortuna degli azzurri, il pareggio non s'era fatto aspettare: 13' dopo il rigore, la solita incornata micidiale di Materazzi su angolo battuto da Pirlo. In questo momento l'Italia dà il meglio che ha, un altro colpo di testa, questa volta di Toni, colpisce la traversa. Poi è un progressivo arretrare, scomparire, tenere l'anima con i denti, sotto l'incalzare del gioco francese. Dopo tante amarezze ai calci di rigore (Mondiali del '90, del '94, del '98) l'Italia può sorridere. La Francia complessivamente ha giocato meglio, e forse aveva ragione Platini: un trauma nascosto l'Italia ce l'aveva, Rotterdam 2000, la finale europea persa al goldengol, quando per il gioco espresso strameritava di vincerla. Questa volta è successo il contrario, e siccome sono passati sei anni agli azzurri sono spettati gli interessi: non più un Europeo, ma un Mondiale. A un certo punto, ho pensato a un blocco psicologico, che aveva riportato gli azzurri al tempo delle prestazioni peggiori. Parte del merito ovviamente va dato anche alla Francia: ha giocato senza timori, anche con una certa supponenza (vedi il cucchiaio di Zidane sul rigore), ma ha occupato meglio il campo, stando larga e impedendo per un'ora buona ai nostri terzini di avanzare. Ribery ha creato pochissimi problemi a Grosso, che era e resta una delle vere rivelazioni di questo torneo. Più fastidioso sulla sinistra dell'attacco francese Malouda. Zambrotta, già ammonito dopo 5' per un fallo in attacco su Vieira, ha giocato col freno a mano tirato, per paura della seconda ammonizione, e il francese gli è andato via spesso e volentieri. Un altro che esce ingigantito da questo Mondiale è Materazzi. Mi avessero mai raccontato che avrei visto un Mondiale con due gol di Materazzi, e lui determinante, non ci avrei creduto. Però è cos_. Se rimaniamo solo alla finale, eccolo protagonista: suo il rigorenon rigore su Malouda, suo il pareggio, è sempre lui che porta all'espulsione di Zidane ed è ancora lui che trasforma con molta freddezza il calcio di rigore. L'Italia ha patito la Francia in quanto squadra più compatta e corta, è stata lunga e abbastanza sbrindellata da subito. Ed il motivo era soprattutto uno: non funzionava Totti, dopo dieci minuti era già uno straccio bagnato. Latitando lui, saltavano i collegamenti con Toni, che doveva vedersela da solo contro tutta la difesa francese. Nessuno aiutava l'attacco perché tutti, almeno quelli che correvano, davano una mano alla difesa. Gattuso si è sdoppiato, Pirlo ha cercato di tenere le redini di un gioco che non poteva amministrare come le altre volte, perché pochissimi compagni si muovevano senza palla. Camoranesi ha giocato meglio del solito, pur senza strafare, Perrotta un po' meno. L'importanza della partita decisamente ha condizionato i nostri, l'uscita dal campo di Zidane li ha forse sbloccati mentalmente. Al momento dei rigori, erano più freddi. Buffon conclude il Mondiale senza avere preso un gol su azione. Questo testimonia della bontà della difesa, decisamente il reparto più forte per tutto l'arco del mondiale, anche se ieri è stata messa a dura prova dagli attacchi francesi. Soprattutto da Henry, che si è scatenato all'inizio del secondo tempo. Sono stati dieci minuti di terrore autentico. Con la palla che viaggiava come in flipper nell'area davanti a Buffon. L_ ci è andata bene. Specialmente all'8', quando un rigore su Malouda (calcetto di Zambrotta) c'era davvero, ma l'arbitro non se l'è sentita di fischiarne un altro. Mentre invece è stato molto deciso ad andare a chiedere informazioni al guardalinee, che gli ha confermato il fallo di Zidane su Materazzi. Immediato il cartellino rosso. Zidane ha cercato di spiegarsi, molto pacatamente. Resta da capire che cosa si sono detti, prima della testata. Finita la sfuriata di Henry, Lippi ha invertito la posizione di Camoranesi e Perrotta, ma soprattutto l'Italia è migliorata con l'ingresso di forze fresche: De Rossi (il più fresco di tutti, visto che è stato fermo quattro partite) per Perrotta, Iacquinta per Totti. Il peggior Totti di tutto il Mondiale, una cosa incredibile. Sembrava capitato in mezzo al campo per caso. Non so cosa gli sia successo, certamente con lui l'Italia ha giocato in dieci. L'Italia è leggermente cresciuta, non ha protestato nemmeno quando Elizondo ha annullato un gol di testa di Toni per un fuorigioco che secondo me non c'era, ed è andata ai supplementari. Anche l_, il giorno di riposo in più non si è visto, anzi è stato bravo Buffon a deviare un colpo di testa di Zidane. Che ci teneva, evidentemente, a fare il bis della finale col Brasile, quando segnò due gol. Alla fine del primo tempo supplementare Domenech aveva provato a ripetere le mosse di Lippi con la Germania. Tolto Ribery, immesso Trezeguet, che fin qui aveva giocato pochissimo. Forse il ct se lo sentiva, o aveva letto negli astri, che proprio dal piede di Trezeguet sarebbe partito il rigore sbagliato. Però la mossa era chiara, cercare di vincere la partita contro un'Italia sempre più stanca, ripiegata all'indietro, in attesa solo dei calci di rigore. Sembravano la sua condanna, sono stati l'inizio della felicità.