Il grande patrimonio dell'Anfe

TERAMO  Quando si scriverà la storia dell'emigrazione italiana, secondo i canoni storiografici cari a Jacques Le Goff, per interpretare e comprendere davvero in profondità la complessità del fenomeno sociale, economico e politico che nella seconda metà del novecento vide partire dall'Italia una rilevante parte della popolazione verso ogni angolo del mondo, nessuno storico serio potrà fare a meno di tener conto del rilevante patrimonio di attività dell'ANFE,  l'Associazione Nazionale Famiglie Emigrati che quest'anno celebra sessant'anni dalla fondazione. Un'opera imponente, in Italia e nel mondo, sviluppatasi nel secondo dopoguerra negli anni della grande emigrazione che vide svuotarsi interi paesi d'ogni regione d'Italia, in cerca di lavoro e di avvenire all'estero. Dunque appare più che giusto il proposito del Presidente dell'ANFE, sen. Learco Saporito, di celebrare con il dovuto risalto il 60° anniversario dell'ente, che il 21 aprile scorso ha riunito il direttivo nazionale, presenti anche i rappresentanti delle sedi all'estero, per decidere in merito. Numerose manifestazioni, in tutte le regioni d'Italia e nelle principali sedi nei cinque continenti, si terranno in vista della celebrazione del 60° anniversario, prevista il 23 e 24 ottobre a Roma. Una serie di eventi in Italia e nel mondo, in preparazione della grandi manifestazioni d'ottobre nella capitale, che faranno riflettere sui temi dell'emigrazione, dell'immigrazione, dell'integrazione e dell'accoglienza. In fondo di quei princ_pi di tutela e difesa della dignità dell'uomo, che dell'ANFE sono fondamento, ispirati dai valori della dottrina sociale cristiana. Dunque riflessione storica, culturale e sociale, anche attraverso documenti cinematografici, mostre, rappresentazioni teatrali e concerti, con lo scopo di ricordare ma anche di costruire, con le esperienze maturate, le risposte alle sfide del futuro, ai nuovi bisogni d'una società diventata globale, verso la quale l'ANFE saprà apprestare servizi al livello della sua storia. E le celebrazioni, delle quali il Presidente Saporito e l'intero vertice dell'Associazione stanno definendo in dettaglio il programma, daranno esse stesse indicazione del cammino di servizio che l'ANFE osserverà nel nostro Paese ed all'estero, per ogni italiano ma anche a favore di ogni migrante, con risposte adeguate ai bisogni emergenti delle migrazioni che hanno segnato l'inizio del terzo millennio.

Fu una grande intuizione e la capacità d'iniziativa d'una donna eccezionale, Maria Agamben Federici (nella foto), a far nascere l'ANFE nel 1947. Un'associazione nata per assistere gli emigrati e le loro famiglie, a difesa dei loro diritti in Italia ed all'estero, per mantenere stretto il loro collegamento con le famiglie in Italia, per promuovere e realizzare la formazione professionale, per aiutare gli emigrati nei difficili processi di ambientamento nelle nuove realtà. Una corposa mole di attività di volontariato sociale, che hanno fatto scuola in Italia negli anni più difficili, arricchitasi negli ultimi decenni con iniziative nel campo dell'immigrazione nel nostro Paese. Tutto merito di Maria Federici, tra i più fulgidi esempi femminili d'impegno civile e politico della nostra Italia. Nata all'Aquila nel 1899 da Alfredo Agamben, imprenditore, e Nicolina Auriti, famiglia benestante, laureata in lettere, insegnante e giornalista, Maria sposa nel 1926 Mario Federici, anch'egli aquilano, drammaturgo ed affermato critico letterario, tra le personalità più significative del teatro e della cultura abruzzese del novecento. Da Roma, negli anni del fascismo, con il marito si trasferisce all'estero, dove continua ad insegnare presso gli Istituti italiani di cultura, prima a Sofia, poi in Egitto ed infine a Parigi. Cattolica impegnata, profonda fede nei valori di libertà e di democrazia, la Federici matura la sua formazione influenzata dal pensiero cristiano sociale il personalismo di Mounier e l'umanesimo integrale di Maritain che avrebbe connotato profondamente la filosofia del secondo novecento. Esperienza significativa, quella vissuta all'estero dalla Federici, cresciuta nella consapevolezza del valore della giustizia sociale e del ruolo essenziale della donna, non solo nella famiglia, ma anche in politica e nella società.
Al suo rientro in Italia, nel 1939, mette pienamente a frutto tali convinzioni con un intenso impegno sociale e d'apostolato laico. A Roma si attiva nella Resistenza, organizzando un centro d'assistenza per profughi e reduci. Esempio, davvero ante litteram, d'emancipazione femminile, con trent'anni d'anticipo sui movimenti poi sviluppatisi in Europa, talvolta tra esteriorità ed esuberanze piuttosto che in impegni reali ed utili alla società. Nel 1944 è tra i fondatori delle ACLI, nella cui direzione ricopre l'incarico di Delegata femminile, e tra le fondatrici del CIF (Centro Italiano Femminile) del quale diventa prima Presidente, dal '45 al '50. Ma soprattutto è una delle figure più importanti della nuova Repubblica democratica. Deputato all'Assemblea Costituente, dal 19 luglio 1946 al 31 gennaio 1948, contribuisce a scrivere le regole fondamentali della nostra Costituzione. Eletta alla Camera nella prima legislatura repubblicana (19481953) per la Democrazia Cristiana, opera negli anni della ricostruzione del Paese con Alcide De Gasperi. Intanto nel 1947, l'8 di marzo, Maria Federici aveva fondato l'ANFE, avendone avviato la costituzione l'anno precedente. Presidente dell'ente sin dalla fondazione, lo rimarrà fino al 1981. Sotto la sua guida sicura, con infaticabile impulso, l'associazione si espande in tutta Italia, con sedi in ogni provincia, con una rete operativa diffusa nei comuni a più alta emigrazione e presente dovunque i problemi sono più duri, in Italia o nel nuovo mondo. Anche in quei lontani continenti nascono sedi dell'ANFE: in Argentina, Brasile, Venezuela, Cile, Stati Uniti, Canada, Australia, ma anche in nel vecchio continente, in Belgio, Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Lussemburgo, Gran Bretagna, con una rete capillare di strutture che diventano punti decisivi d'assistenza per i nostri emigrati, per la soluzione d'ogni problema sociale, burocratico ma anche psicologico nell'integrazione nelle nuove realtà. Dunque, un'opera notevole quella svolta dall'ANFE, che ovunque ha saputo costruire opportunità nella formazione professionale, nel sostegno alle famiglie ed a difesa della loro integrità, nella crescita culturale, sociale e civile dei nostri emigrati. Insomma, un sessantennio di meritorie attività dell'Ente morale, tale riconosciuto nel 1968, che ha accreditato l'ANFE quale insostituibile partner nei più alti organismi internazionali per l'emigrazione e l'immigrazione, e dove porta l'enorme mole di esperienze, patrimonio non solo suo, ma dell'Italia e della comunità universale.
Goffredo Palmerini
Componente del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo
gopalmer@hotmail. com