La lista di Silvino: «Basta con le potenti famiglie locali»

TERAMO – Da tempo prevista e annunciata, arriva puntuale la polemica a distanza tra i vecchi iscritti dello stesso partito, l’Udc. La lancia l’Unione dei Democratici Teramani con Lino Silvino, sotto la nuova sigla Udt, per ricordare che il partito di Casini – alleato del centrodestra in Abruzzo -, «autentico interprete dell’anima popolare e interclassista della Democrazia Cristiana, per anni si è identificato con la guida e la passione civile di Lino Silvino» (talmente vero, che perfino il documento ricevuto in redazione è stato spedito dal vecchio indirizzo di posta elettronica dell’Udc, ndr). Chi è entrato e chi è uscito, sostiene l’Udt che le identifica con il termine di “giovani rondinelle", lo ha fatto negli anni solo per servire la propria carriera politica. «Le urne confermeranno che Silvino, anche in veste civica, otterrà un consenso ben più ampio della lista ‘ufficiale’ dell’Udc». L’Unione Democratici Teramani sostiene che il Laboratorio politico delineato da Paolo Albi, «costituirà per il prossimo futuro un riferimento importante anche per l’Udc». Si tratta di un’alleanza civica e riformista, ancorata sul territorio e capace per questo di esprimere autorevolezza di candidature dal grande valore morale e intellettuale: ciò costituisce «la risorsa principale – scrivono quelli dell’Udt -, indispensabile per far uscire la nobile città di Teramo dalla palude di una politica fatta di spot e immagine giovanilista ma sostanzialmente ancorata ed eterodiretta dagli indirizzi e dagli interessi di qualche potente famiglia locale».