Riqualificare le aree urbane attraverso l’edilizia sociale

TERAMO – La definizione delle linee strategiche delle attività da portare avanti e la programmazione concertata con i Comuni e le associazioni del territorio sono stati gli obiettivi della convocazione da parte della Fondazione Tercas della “IX Giornata della Fondazione” promossa dall’Associazione fra le casse di Risparmio Italiane. Nel corso dell’incontro aperto alla stampa è stato illustrato l’avanzamento dei progetti avviati come quello di un centro polivalente di lavoro guidato per disabili a Giulianova, i risultati di una sperimentazione condotta dai ricercatori dell’Università di Teramo nel settore agroalimentare, la dotazione di una struttura per la Fondazione Piccola Casa S.Maria dedita all’accoglienza dei minori. Tra le attività promosse dalla Fondazione Tercas, figura inoltre il sostegno di giovani diversamente abili, assistiti durante perscorsi di inserimento artitico e sociale, e la nascita dello strumento del microcredito da concedere agli immigrati per l’avviamento di attività autonome o alle famiglie in difficoltà, un’esperienza sviluppata in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana e la rete delle fondazioni bancarie. Tra i progetti sostenuti nell’ambito della promozione della cultura, della ricerca e dello sviluppo del territorio, il presidente della Fondazione Tercas, Mario Nuzzo, si è mostrato particolarmente orgoglioso della creazione di un fondo per “l’housing sociale”, che consiste nella creazione di appartamenti che abbiano canoni di locazione dimezzati rispetto ai prezzi di mercato. Una progettualità, quella dell’edilizia in chiave sociale, che risponde anche a obiettivi di riqualificazione di aree urbane. La proposta ha trovato il plauso del sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, che ha colto nell’iniziativa della Fondazione uno spunto utile per avanzare l’idea di una soluzione abitativa esteticamente più appropriata per le palazzine costruite all’ingresso della città di Teramo. Anche il vescovo, monsignor Michele Seccia, ha apprezzato il lavoro condotto dalla Fondazione in termini di attenzione alla centralità della persona e per l’impegno condotto nella tutela del patrimonio artistico e culturale. L’intervento del vescovo ha fornito lo spunto per sollecitare l’attenzione sul patrimonio artistico intaccato dal terremoto. “Sono oltre un centinaio le chiese della diocesi lesionate – ha dichiarato monsignor Seccia – per cui se è vera l’importanza di promuovere i beni culturali che sono stati salvati, è tuttavia altrettanto importante salvare quelle opere che giacciono sepolte negli edifici rovinati dal sisma”.