Chiodi al quotidiano Il Tempo:"Mi chiuderò in un bunker per evitare di dare adito a sospetti"

TERAMO –  Chiodi dopo la diffusione dell’intercettazione telefonica che lo sfiora. Il Governatore d’Abruzzo parla a Patrizia Pennella che firma l’intervista dal titolo "Chiodi è convinto di essere intercettato". Risponde ai sospetti dei magistrati (peraltro sui quotidiani locali queste parole compaiono dopo giorni per la prima volta):"Non sono sorpreso". Val la pena di proporre alcuni stralci dell’articolo. Quello che non comprendo è perchè il magistrato dopo essersi reso conto che quella conversazione non ha avuto seguito, abbia reso pubblica l’intercettazione: che senso ha? Devo pensare che lo scopo sia quello di evidenziare un teorema. Ma così si crea un clima di sospetto…….". E ancora:"Certo, dopo queste vicende io sarò ancora più prudente, mi chiuderò ancor più in un bunker per evitare di dare adito a ogni sospetto. Lo dico sapendo che è ingiusto, ma è il male minore. So solo che hanno creato sfiducia verso gli attori della ricostruzione e questo comporterà da parte nostra maggiore attenzione, forse anche esagerata, e un rallentamento delle procedure. Non è di frenate che L’Aquila ha bisogno, ma di premere sull’acceleratore". E infine:"…credo che in molti, quella notte, dopo le 3.32, abbiano pensato che quella scossa, quella tragedia, potevano essere un’occasione di lavoro. Non solo gli intercettati, molti altri".
 
Le dichiarazioni di Chiodi sono forti, certo fuori da ipocrisia e sicuramente lucide (soprattutto nella parte in cui si puntualizza il forte interesse che la ricostruzione suscita) ma preoccupanti. Il Governatore segnala con chiarezza, seppure provocatoriamente, che ad atteggiamenti per così dire aggressivi da parte degli inquirenti, corrispondono rallentamenti nell’amministrazione e nel servizio al cittadino.