Costantini (Idv): "La Team va messa in liquidazione"

TERAMO – E’ stata la Team la protagonista del Consiglio straordinario sui rifiuti (ancora in corso) fortemente voluto dall’assessore regionale all’Ambiente Mauro Di Dalmazio, presente sugli scranni dell’assise pubblica anche nella sua veste di consigliere comunale. L’argomento, decisamente caldo,  ha portato a Teramo protagonisti della vita politica regionale come il capogruppo dell’Idv Carlo Costantini, il consigliere dell’Idv Cecè D’Alessandro.  Oltre a loro, seduti negli spazi riservati al pubblico, anche l’assessore provinciale all’Ambiente Francesco Marconi, il presidente del Comitato La Torre Francesco Di Diomede e l’ingegner Pierangelo Stirpe in rappresentanza della Team. Dal dibattito, sono emerse polemiche sul socio privato della Team, sulla mancata firma della convenzione tra Comune e Team per l’affidamento dei servizi, ma anche alcune proposte sul futuro della società partecipata.

La proposta di Albi – Come aveva annunciato, il consigliere Paolo Albi (Fli) ha invitato l’amministrazione a liberarsi al più presto del socio privato della Team. “Bisogna indire subito una nuova gara europea per scegliere un nuovo socio privato – ha detto Albi – l’idea del sindaco di comprare le quote dall’Enerambiente non è fattibile: sarebbe troppo costosa e vorrebbe dire fare un favore ad un socio diventato ormai scomodo. Per abbassare i costi della politica e per garantire un reale controllo chiedo anche che il Comune nomini, all’interno del Consiglio di amministrazione della Team, tre dirigenti comunali, che, ovviamente, non percepirebbero alcun compenso”.

L’idea di Costantini – A margine del Consiglio, anche Costantini ha detto la sua sulla Team. “Il Comune non può ricomprare a peso d’oro ciò che ha regalato – ha dichiarato –: la proroga dell’affidamento dei servizi alla Team è illegale. Ribadisco che per me si tratta di un caso analogo a quello di Spoltore, dove l’amministratore che ha prorogato l’appalto dei rifiuti ad una società mista come la Team, rispetto all’originaria scadenza contrattuale, è finito in galera”. Per Costantini la soluzione da seguire è una sola: “il sindaco Maurizio Brucchi dovrebbe agire in autotutela e annullare gli atti che sono illegittimi, liberarsi del socio privato, mettere la Team in liquidazione e creare una società in house, alle dirette dipendenze del Comune. Credo alla buona fede di Brucchi, che forse è stato mal consigliato ma sinceramente mi chiedo come faccia il funzionario comunale a firmare i mandati di pagamento visto che il contratto non è mai stato firmato”.  

Brucchi svela il suo piano – Il sindaco Brucchi ha risposto agli attacchi sulla Team. “Innanzitutto stiamo parlando di una società sana ed efficiente – ha premesso il primo cittadino –. Stiamo lavorando per rendere la Team indipendente dal suo socio privato. Non ho firmato la convenzione, anche se la legge me lo avrebbe permesso, perché sono cosciente che esistono delle criticità. Ci stiamo muovendo nel massimo rispetto della legge, ricordo che ci sono tre pareri dell’avvocatura ma anche che abbiamo chiesto un parere al ministero dell’Interno. In merito alle accuse di Costantini posso solo dire che, a mio avviso, il caso di Spoltore è diverso perché lì si parla anche di tangenti, invito a leggere le ordinanze con attenzione. In ogni caso vorrei evitare che la Team vada in liquidazione, anche per garantire tutti i posti di lavoro. Credo invece che la soluzione potrebbe essere quella di riacquistare le quote del socio privato, il cui valore potrebbe essere deciso da una commissione formata da due tecnici di parte (Team e Comune) e uno super partes. Anche l’idea della società in house non è da scartare”. Brucchi inoltre ha precisato che i passaggi per liberarsi dal socio privato saranno complessi, infatti oltre ai servizi relativi ai rifiuti c’è anche l’appalto per i servizi cimiteriali, che scade tra 15 anni.  

Cavallari: stop agli sprechi – Il capogruppo del Pd Giovanni Cavallari si è invece soffermato su questioni di carattere economico. “La Team – ha sostenuto – ha troppe sedi: è assurdo ad esempio che la parte amministrativa sia separata da quella tecnica, potrebbe benissimo rinunciare alla sede che ha in centro a Teramo. Trovo poi molto strano che i mezzi siano costretti ad effettuare decine, se non  centinaia di passaggi per raggiungere l’area di Carapollo. Si potrebbero creare dei centri di trasferenza, magari uno a nord e uno a sud della città, per ovviare a questi disagi e per risparmiare molto, visto che il carburante incide per ben 700 mila euro sui costi della società”.