Team: Micheli saluta e se ne va, Brucchi lo lascia al suo posto

TERAMO –  E’ un colpo di scena degno della successione rocambolesca di eventi a cui l’affaire Team ci ha ormai abituati: il sindaco Maurizio Brucchi, dopo un consulto telefonico con il dottor Villani, procuratore della Repubblica di Catanzaro, ha ‘congelato’ le nomine nel cda della Team, proprio nel giorno in cui il presidente Raimondo Micheli aveva salutato tutti attraverso gli organi di informazioone. Dunque domani non ci saranno un nuovo presidente della Teramo Ambiente e un nuovo consiglio di amministrazione. Almeno non prima di 45 giorni: si va in regime di ‘prorogatio’ e Micheli resta al suo posto. Il rinvio si è reso necessario affinché il custode cautelare,il dottor Reali di Venezia, che in questo momento fa le veci del socio privato, possa individuare i due rappresentanti che dovranno sedere nel nuovo Cda della Team insieme ai tre membri nominati dal Comune di Teramo. “La cosa più importante in questo momento è mantenere l’operatività della Team”, ha detto Brucchi, accogliendo la richiesta della Procura di Catanzaro. il Sindaco ha chiesto di poter utilizzare un nuovo conto corrente, già aperto presso la Banca Tercas a firma del presidente Micheli, nel quale saranno versate tutte le somme dovute dagli enti per i quali la Team svolge servizi. “Saranno garantiti tutti i servizi cha la Team svolge e i relativi stipendi dei dipendenti che, mi preme di precisare, non sono mai  stati a rischio”, sottolinea Brucchi. Intanto la gestione dell’azienda passa nelle mani della parte pubblica, sotto il controllo della custodia cautelare.

L’addio di Micheli si trasforma in arrivederci. Solo stamattina il presidente della Teramo Ambiente, aveva annunciato il suo addio alla Team.  “Lo faccio senza rimpianti”,  ha detto. Dalla sua scrivania ha  preso solo la sua penna portafortuna, qualche caramella alla menta, staccando dalle pareti del suo ufficio i due calendari dell’arma dei Carabinieri. Piccoli oggetti discreti, gli unici che Micheli aveva scelto di tenere con sé, in linea con il tono sobrio che ha caratterizzato la sua presidenza alla Team. Avevamo sottolineato la sua sobrietà, che non deve trarre in inganno: Micheli è stato uomo di poche parole ma di molte azioni, a lui piace ricordare che la raccolta differenziata a Teramo porta il suo nome, così come il fotovoltaico sui tetti delle scuole è stata una sua idea. Micheli è stato anche un presidente duro: ha esercitato un controllo serrato sul socio privato, mettendone in luce anche gli aspetti negativi. “All’amministratore delegato –  ha spiegato Micheli – spetta la gestione ordinaria, c’era invece chi (l’ex ad Faggiano, ndr) pretendeva di occuparsi anche di quella straordinaria. Se n’è andato senza dire nulla, lasciando perfino la giacca sull’appendiabiti”.  “Non sono un ammazza-amministratori delegati”,  ha detto scherzando sulla sorte degli ex ad Giovanni Faggiano, che ora si trova nel carcere di Poggioreale, e su quella di Stefano Gavioli, attualmente indagato. Eppure è nota la sua collaborazione con la Guardia di Finanza, che ha richiesto la documentazione di molte delle attività svolte dall’azienda. Micheli non ha citato, nello specifico, su cosa si sia incentrata l’attenzione delle Fiamme gialle, dice di non sapere quali saranno gli sviluppi della vicenda, ma si limita a ringraziarle per il loro operato. Tra le sue battaglie è salita agli onori delle cronache quella che ha portato alla revoca della convenzione con la ditta campana Oplonti, che si occupava delle manutenzioni dei mezzi della Team, incidendo sulle casse della società per 120 mila euro al mese. Micheli ha tracciato un suo personale bilancio, dicendo l’esperienza alla Team è stata “bellissima, intensa e difficile” e ha rassicurato i dipendenti. “Gli stipendi non sono a rischio – ha affermato – i conti della Team non sono stati sequestrati, semplicemente, si trattava di una delega che, come altre, spettava a Gavioli: dopo le sue dimissioni tutti gli atti, fino alla nomina del nuovo presidente, sono firmati da me, compresi i bonifici bancari”. A chi gli chiede del suo futuro risponde “torno in Provincia, a fare il capogruppo, mi sono trovato di fronte ad un bivio, e ho deciso di onorare il mandato che mi hanno affidato 2391 elettori”. Micheli ha smentito le voci di presunte divergenze con il sindaco Maurizio Brucchi, anzi, lo ha ringraziato per la “fiducia e per il sostegno che mi ha manifestato in ogni momento, abbiamo lavorato fianco a fianco per la crescita della società” e ha spiegato  la scelta di stare un po’ defilato, di non rispondere agli attacchi che spesso sono stati mossi alla Team. “Il Presidente cura gli aspetti gestionali e riferisce al sindaco, che rappresenta il socio di maggioranza. Non spettava a me difendere la Team in Consiglio comunale, ma se il sindaco mi avesse chiamato sarei venuto”.  Micheli ha ringraziato anche l’opposizione, che, secondo lui,  ha svolto spesso un ruolo costruttivo “mi ha dato la giusta motivazione e il giusto pungolo per dubitare di alcune scelte”. E, da sportivo, ha anche rivolto  un in bocca al lupo a quello che da settimane è indicato come il suo successore, Fernando Cantagalli “una persona dalle spiccate doti manageriali. Sarà un presidente migliore di me”. Ma a questo punto sorge il dubbio su se e quando verrà nominato.