"Salviamo l'asilo di via del Baluardo"

TERAMO – "In un momento in cui tutto si ridimensiona, faccia qualcosa di diverso: ‘think different’". Così, in una lettera diffusa alla stampa, un cittadino chiede al sindaco di scongiurare la chiusura della scuola dell’infanzia di via del Baluardo". Scopo dichiarato dell’appello è quello di raccogliere intorno al problema un movimento di opinione per convincere la Giunta a ripensare il destino di una scuola che i genitori ritengono "unica" per i servizi che rende alla città. Ecco il contributo integrale:

"Gent.mo sig. Sindaco,
Non sono qui ad annoiarLa con una delle tante proteste che quotidianamente riceve ma per strapparLe qualche minuto di attenzione sull’esistenza di una istituzione della città per la cui sopravvivenza è indispensabile l’attenzione del suo Sindaco.

Cosa pensa un cittadino teramano se si nomina via del Baluardo? Qualunque età abbia pensa ad un asilo, anche se ora va chiamata scuola dell’infanzia, pensa all’asilo “Vittorio Emanuele II”. Che lo abbia frequentato di persona o che vi abbia accompagnato un figlio od una figlia o, addirittura, adesso, dopo i figli, vi accompagni anche i nipoti, tutti a Teramo vanno con il pensiero a quella istituzione per la quale già da qualche anno si parla di chiusura.

Eppure quella scuola, ma mi lasci chiamarlo “asilo”, oltre ad essere una istituzione cittadina rende un servizio assolutamente unico nel panorama delle strutture presenti in città. E parlo degli orari, del calendario di apertura, della possibilità per i frequentatori più piccini di mantenere l’abitudine del riposo pomeridiano. E parlo soprattutto dello straordinario entusiasmo di tutto il personale che vi opera, mosso a tanto non solo dalla elevata professionalità che lo caratterizza ma anche dalla coscienza di essere protagonisti e fare parte di una delle eccellenze della città.

E nessuno può negare ciò. Lo può sentire confermare da chi porta ancora lo zaino dell a scuola fino a chi ha i capelli bianchi. In tanti sono circolati per via del Baluardo e tutti vi hanno trovato molto di più di una scuola dell’infanzia. Vi hanno trovato, perdoni se mi ripeto, un’istituzione cittadina.

E allora sig. Sindaco, in questi giorni in cui si abusa fin troppo delle frasi di un genio del nostro tempo appena scomparso, non pensi che dica una banalità se La invito a quel “think different”, ad essere” folle” ed a ripensare la sorte di questa istituzione.
In questi difficili momenti in cui tutto ciò che è pubblico si chiude, si ridimensiona e si mette da parte faccia qualcosa di diverso. La sua storia professionale ed il successo delle sue iniziative in ambito ospedaliero dimostrano che ha la giusta “follia”.
E’ quella “follia” che da la visione diversa delle cose tale da rendere capaci di fare quello che non potrebbe riuscire ad altri. E’ come la “follia” dei bimbi che strappano il sorriso con il loro modo diverso di farci vedere il mondo.

Anche Lei avrebbe modo di strappare tanti sorrisi se vedrà diversamente dagli altri il futuro del “Vittorio Emanuele II”. Saranno quelli di tutti coloro che avranno ancora una struttura unica nel suo genere per i loro piccoli, che potranno ancora contare sull’entusiasmo e la vitalità di Floriana, Silvana, Pasquarosa, Maria Assunta, Raffaella, Anna Maria, Rita, Diana e Silvana. Ma saranno anche i sorrisi di chi si ricorda di Delfina, Antonietta, Rita e Giacinta. Sono sicuro che questi pensieri possano raccogliere la condivisione di tanti e che con la fattiva collaborazione di questi tanti si possa trovare una soluzione a tutti i tanti problemi che in questo momento gettano ombre sulla sopravvivenza del  “Vittorio Emanuele II”.

Riunisca noi genitori, ci coinvolga, ci lasci provare ad aiutarLa. “Think different”, sia “folle” e soprattutto (e chiudo con le banalità) abbia “fame” di ottenere un successo percorrendo una via diversa da quella di tutti i politici e gli amministratori di questa nostra Italia, più avvezzi a tagliare, cancellare, distruggere piuttosto che far risorgere con nuove idee raccogliendo così il plauso che tutta la città è pronta a tributarLe".

Dario Di Nucci