Donne in prima linea per il centro antiviolenza "La Fenice"

TERAMO – Grazie all’iniziativa assunta di concerto dalle Commissioni Pari Opportunità di Provincia e Università di Teramo e dalla Consigliera di parità dell’ente il 7 marzo le donne, insieme a tante istituzioni e associazioni che hanno aderito all’iniziativa, richiameranno l’attenzione dell’opinione pubblica sul grave fenomeno della violenza di genere e sulla necessità di garantire la riapertura e lo stabile funzionamento del Centro anti violenza La Fenice: unico servizio provinciale di riferimento inserito peraltro nella rete nazionale dei Centri nati per iniziativa del Ministero delle Pari Opportunità. A presentare l’iniziativa, questa mattina in Provincia, la presidente del CPO Desireè Del Giovine e la sua vicepresidente Zaira Raiola, la consigliera di parità Anna Pompili, la presidente della CPO dell’ateneo teramano, Fiammetta Ricci. La giornata del 7 marzo vivrà due momenti: quello culturale, la mattina, alla Facoltà di Scienze della Comunicazione attraverso il quale sensibilizzare sul fenomeno della violenza di genere e quello serale, “pragmaticamente” dedicato al sostegno del Centro antiviolenza con una cena per la raccolta fondi “Speriamo di riuscire ad accendere le luci della consapevolezza e a spegnere quelli della violenza – ha dichiarato Desireè Del Giovine – “la necessità, da parte di enti e istituzioni, di farsi carico di mantenere in vita la rete di servizi indispensabile a contrastare il fenomeno. I centri Antiviolenza sono a rischio chiusura in tutta Italia per il mancato rifinanziamento del Piano nazionale contro la violenza sulle donne e i drastici tagli agli enti locali. “Ci sono circa 10 mila euro di contributi che sono arrivati dalle banche, la Bls e la Banca dell’Adriatico, da privati cittadini, dai dipendenti del comando della Guardia di Finanza di Teramo, dagli stessi dipendenti della Provincia, dal Comune di Colledara e dal BIM – ha spiegato il vicepresidente Renato Rasicci questa mattina – e con questi riapriremo il centro appena gli uffici completeranno tutti i passaggi amministrativi. La parte politica, considerate la drammatica situazione finanziaria nella quale ci troviamo come centinaia di enti locali in Italia, sta facendo tutto quanto può fare. Mi auguro che le strutture amministrative dell’ente si facciano carico con la stessa sollecitudine del dramma delle donne lasciate senza un servizio”. Su questi aspetti si è soffermato anche il Presidente Catarra: “La Fenice serve tutto il territorio provinciale, sino ad oggi solo la Provincia ha fatto fronte con fondi suoi al mantenimento del servizio. C’è un impegno politico e morale a proseguire su questa strada ma ora le casse sono vuote e non vi è dubbio che la proposta fatta dal vicepresidente Rasicci, ormai un anno fa, di un piccolo contributo da parte di ogni Comune può rappresentare la strada con la quale garantire continuità al servizio come quella di inserire i Centri antiviolenza nei servizi strutturati degli ambiti sociali da finanziare con i fondi regionali”. E proprio sulla continuità del servizio, Catarra, ha fatto una chiosa: “Come amministrazione abbiamo dato un’indicazione precisa agli uffici: va garantita anche la continuità di assistenza con le persone e le professioniste che fino ad oggi hanno avuto in carico i casi”.