Di Pasquale (Pd): «Brucchi ha una doppia identità»

TERAMO – Non c’è dubbio: la realizzazione del nuovo Teatro è il primo argomento caldo attorno al quale si accapigliano i concorrenti alla poltrona di sindaco della città di Teramo. Dopo l’occupazione dei locali dell’ex Oviesse, dopo l’uscita mediatica del sindaco Brucchi sul progetto tenuto nel cassetto, adesso anche il potenziale candidato del Pd, Manola Di Pasquale, interviene nella diatriba, rivendicando la primogenitura di quel progetto alla giunta Sperandio. Ci sono due identità che convivono, però, secondo la Di Pasquale, in Brucchi, l’una all’insaputa dell’altra: «Uno che decide di ristrutturare il Teatro Comunale recuperando a questo scopo anche i locali dell’Oviesse, l’altro è quello che, per fargli dispetto, decide di destinarli ad attività commerciali. Ma Brucchi non insulti l’intelligenza di cittadini e consiglieri: l’affitto commerciale, le cui regole sono sancite dalla legge e parlano di una durata  di sei ani più eventuali altri 6, comunque mai al di sotto dei sei anni, non è compatibile con il progetto del recupero e della ristrutturazione dell’attuale Teatro Comunale». D’altronde secondo il consigliere e presidente regionale Pd, la stessa amministrazione Brucchi si è voluta spendere per un’altra ipotesi rispetto a quella progettata dalla giunt Sperandio allora: «Un project financing iniziato male e finito peggio perché mancava dei minimi presupposti logici, tecnici, ambientali, urbanistici e anche finanziari. Al danno la beffa visto che in quella occasione l’amministrazione Brucchi non si è fatta minimo scrupolo di buttare nel cestino le firme di 5.000 cittadini che su queste scelte chiedevano un referendum». Il Brucchi democratico e partecipativo, quell’altro, dice la Di Pasquale, «quello che fa scegliere i cittadini, è venuto fuori nelle ultime ventiquattro ore. Peccato che fino ad oggi nessuno se ne sia accorto e che questa bella trovata ci sarebbe stata propinata a 100 giorni dal voto – così ha dichiarato il Sindaco – quando, affittati i locali dell’ex Oviesse per altri sei anni ci avrebbero annunciato che il nuovo Teatro si sarebbe fatto nel vecchio Teatro, nel frattempo indisponibile».