Chiodi: «Ora serve un controllo etico contro le vecchie abitudini»

TERAMO – "Ora inizia un’altra fase, quella della opposizione e l’obiettivo è quello di evitare che si riprendano vecchie abitudini, andazzi negativi non solo finanziari ma anche etici. Bisogna evitare che si torni al passato". Così l’ormai ex presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, uscendo dal suo ufficio al sesto piano di Palazzo Silone all’Aquila dopo aver incrociato il nuovo presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, che prima della proclamazione degli eletti sta visitando la sede della Giunta regionale. Chiodi ha sottolineato che però fino a quando non verrà proclamato D’Alfonso tornerà nel suo ufficio per sbrigare l’ordinaria amministrazione tra cui la firma di regolamenti attuativi. Accompagnato dai più stretti collaboratori, il governatore uscente è anche tornato sulla netta sconfitta maturata ieri sera spiegando che "potevamo fare di più, ma come ho spiegato nella lettera aperta inviata ieri sera, nel momento più delicato c’è stata un’inchiesta che definisco a orologeria, per la quale non è stato possibile fare liste più forti con le voci sulla mia candidatura e con alcuni nostri militanti che sono passato a sinistra. Era il momento più delicato e con noi non è successo quanto accaduto con D’Alfonso che quando fu arrestato per motivi ben più gravi del semplice avviso di garanzia per rimborsopoli, si aspettò il termine della campagna elettorale". Sull’assenza di Berlusconi Chiodi ha chiarito che sarebbe voluto venire, ma che non ha potuto per i motivi legati alla sua condanna: "tra le cause della sconfitta mette anche il fatto di non aver saputo comunicare le cose buone fatte a partire dal risanamento del bilancio". "Lasciamo una lezione al Paese, e cioè in 4-5 anni abbiamo salvato una Regione dal baratro facendo l’esatto contrario di quanto fatto in 40 anni in Italia. E’ una medicina amara ma ha fatto guarire la regione, ma non ha pagato elettoralmente perché non abbiamo una mentalità anglosassone".