Sisma L'Aquila: tangenti sui beni culturali, 5 arresti

L’AQUILA – Presunte mazzette nell’ambito della ricostruzione post-terremoto per accaparrarsi appalti per il recupero di beni culturali ed ecclesiastici nel centro storico dell’Aquila. Polizia e Guardia di finanza stanno eseguendo cinque ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti di un funzionario del Mibac, di un professionista e di tre imprenditori, per i reati di corruzione, falso, turbativa d’asta, millantato credito ed emissione e utilizzo di fatture inesistenti. L’operazione che ha portato ai cinque arresti è scattata su disposizione della Procura dell’ Aquila. Le ordinanze sono state emesse dal gip Giuseppe Romano Gargarella. I provvedimenti in corso di esecuzione sono il risultato di una complessa e lunga indagine sulle procedure che riguardano la ricostruzione e il consolidamento di alcuni beni ecclesiastici e di altri beni culturali di particolare rilievo storico-artistico nel centro storico del capoluogo abruzzese, gravemente danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009. Una prima fase c’era già stata nei mesi scorsi con l’iscrizione nel registro degli indagati di alcuni imprenditori, professionisti e funzionari pubblici. L’attività investigativa, coordinata dal procuratore della Repubblica Fausto Cardella e dai sostituti Antonietta Picardi e David Mancini, è stata svolta congiuntamente dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza e dalla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila.

Gli arrestati e i nomi degli indagati. Sono in totale 17 gli indagati nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti nella ricostruzione post terremoto per ottenere appalti per il recupero di beni cultural ed ecclesiastici. Si tratta di funzionari della direzione regionale dei beni culturali, professionisti, tecnici e imprenditori. In carcere sono finiti Nunzio Massimo Vinci, 52 anni, nato a Lentini, residente a Carlentini (Siracusa) e domiciliato a L’Aquila, e Alessandra Mancinelli, 56 anni, nata a Avezzano e qui residente. Ai domiciliari Patrizio Cricchi, 37 anni, nato a
Roma e residente a Rieti, e Luciano Marchetti, 71 anni, nato a Camerino (Macerata) e residente a Roma, e Graziano Rosone, 49 anni, nato all’Aquila e qui residente. Gli altri indagati sono Carlo Cricchi, 71 anni, nato  e
residente a Antrodoco (Rieti); Giuseppe Di Girolamo, 60 anni, nato a Rapino (Chieti) e residente a Chieti; Antonio Ciucci, 45 anni, nato e residente a Roma; Cristiano Incontro, 35 anni, nato a Lentini, residente a Carlentini (Siracusa) e domiciliato all’Aquila; Vincenzo Altorio, 59 anni, nato in Canada e residente a Avezzano; Francesco Girasante, 65 anni, nato e residente a Pescara; Carmine Falasca, 67 anni, nato a Chieti e residente a Pescara; Mario Proietti, 42 anni, nato e residente a Viterbo; Carlo Lufrano, 47 anni, nato e residente a Chieti; Marco Calderoni, 40 anni, nato e residente a Roma; Fausto Anzellotti, 64 anni, nato e residente a Roma; Ilona Busova, 45
anni, nata a Uhrske Hradiste (Repubblica Ceca) e residente a Chieti.

Corruzione, falsità ideologica, turbativa d’asta. I reati che sono stati contestati a vario titolo sono corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, distruzione e occultamento di atti veri, uso di atto falso, turbativa d’asta, millantato credito, emissione di fatture o
altri documenti per operazioni inesistenti. Nel corso dell’operazione sono state effettuate 25 perquisizioni sia a
persone fisiche che giuridiche, oltre che a L’Aquila e Avezzano anche a Roma, Bologna, Pescara, Rieti e Chieti. Tra i
soggetti destinatari di perquisizione architetti, ingegneri, imprenditori, faccendieri, ma anche avvocati del foro romano e bolognese. Tra le ditte perquisite uffici di aziende aquilane, avezzanesi, chietine, romane, reatine, pescaresi.