Due colpi hanno ucciso Tizi

TERAMO – Due colpi di pistola calibro 6.35 hanno raggiunto e ucciso Roberto Tizi, il 35enne di Martinsicuro freddato sotto la sua abitazione nella tarda sera dello scorso 7 giugno, sotto gli occhi della convivente. E’ quanto stabilito dall’autopsia eseguita nel pomeriggio di oggi dall’anatomo-patologo Giuseppe Sciarra all’obitorio dell’ospedale di Sant’Omero. I proiettili esplosi dalla pistola impugnata da Arjan Ziu, l’albanese 49enne reo confesso del delitto, si sono conficcati a distanza molto ravvicinata tra di loro: uno è finito nel cuore e l’altro nell’addome: l’uomo, agonizzante, è caduto fuori dell’abitacolo della macchina e qui, secondo la ricostruzione fornita dal procuratore capo Antonio Guerriero, sarebbe stato anche scalciato da Ziu e dai suoi complici. L’autopsia ha rilevato contusioni sul corpo ma al momento non è possibile stabilire con certezza se provocate dal pestaggio nel corso dell’agguato mortale o se conseguenza del litigio precedente, al bar, che ha poi scatenato la reazione del killer. Non sono state rilevate altre tracce di arma da fuoco sul corpo e dunque non confermata la presenza riferita dagli investigatori di fori a una tempia e ad una mascella. L’anatomo patologo nelle prossime ore sottoporrà a visita medico legale anche la convivente della vittima, ferita anch’essa a una gamba da un colpo di striscio, nel corso dell’agguato. La procura vuole infatti sapere se la donna ha riportato ferite tali da poter configurare l’ipotesi di un tentativo di omicidio come già contestato ai quattro arrestati. Ricordiamo che per il delitto con in cella Arjan Ziu, autore materiale dell’omicidio, il fratello Mikele e i figli di quest’ultimo e nipoti del killer, Antonio e Rudy.