Via de Albentiis, commercianti in rivolta per gli stalli che scompaiono FOTO

TERAMO – Crollano gli affari in via de Albentiis dopo la decisione dell’amministrazione comunale di smantellare i posti auto sia sul tratto di circonvallazione Spalato, che in piazza della Libertà che nell’inizio della via, nei pressi delle attività commerciali. E da questa mattina, all’inizio dei lavori con transennamento e posizionamento dei dissasori di sosta, è scoppiata la rivolta dei commercianti che accusano da subito un calo del numero dei clienti per via dell’impossibilità di trovare un posto per parcheggiare: «Noi da stamattina abbiamo registrato già almeno un 50 per cento in meno di presenze – dice Doriano Panichi di "Centro Freschi Panichi" -. Il problema è che le tasse e i costi continuano ad aumentare e gli incassi scendono e così non va bene. Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo puntare i piedi e riconsegnare le chiavi al Comune? Questo bisogna fare ormai. Siamo esausti. Guardatevi attorno qui cosa c’è». Anche Antonio Marcozzi del “Roxy Bar", rincara la dose, sottolineando che i lavori sono cominciati senza che nessuno di loro era stato avvertito dell’iniziativa: «Non sappiano se noi commercianti abbiamo ancora una voce in capitolo qui in città – dice -. Nessuno ci interpella, nessuno ci chiede se possono fare dei lavori, dobbiamo subire tutto quello che fanno. Io ho un’attività di bar – continua Marcozzi – e la gente viene perchè trova un servizio ma soprattutto quando c’è maltempo succede come oggi, io ho avuto la metà di persone al bar. Dunque cerchiamo di avere almeno un colloquio con l’amministrazione e troviamo un punto d’incontro». Al vicino supermercato Tigre non è che lo cose vadano poi meglio: «A quanto pare hanno transennato anche gli stalli dove si può parcheggiare – dice Gabriele Di Giammatteo -. Va bene la cricolazione delle auto ma sarebbe il caso di tutelare anche le attività di questa zona che ci sono da tanti anni, che hanno avuto i permessi per starci, ma che sono state scoraggiate. La gente qui non può femarsi e mi sembra logica la conseguenza. Gli affari sono calati almeno del 20-30 per cento».