TERAMO – Sette ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip di Teramo a conclusione di una indagine della Procura e dei carabinieri della compagnia di Giulianova su un vasto giro di usura, estorsione, rapine e traffico di sostanze stupefacenti. Gli arrestati, facenti capo a un personaggio di origini napoletane di "grosso spessore criminale" come ha riferito il procuratore capo Antonio Guerriero nel corso di una conferenza stampa, si autofinanziavano con rapine in particolare a istituti di credito per utilizzare i bottini quali "fondi" per prestiti usurari a imprenditori della costa, vessati e minacciati per riavere indietro il denaro, con tassi fino al 600 per cento. In cella sono finiti anche due zingari di Giulianova e 4 persone di nazionalità albanese. Sequestrati due appartamenti e una somma di 500mila euro nelle disponibilità degli arrestati.
L’attuale operazione (diretta dal pm Luca Sciarretta con gli uomini del capitano Domenico Calore), che ha portato a sgominare la banda, dedita soprattutto alle rapine, è partita dalla precedente indagine denominata "Ponte di Legno", in cui i militari avevano sventato un importante giro di spaccio. Le indagini hanno portato a stabilire come la mente delle rapine fosse il napoletano e a ricostruire modalità operative e identità degli autori della rapina del 16 gennaio 2012 alla Tercas di Corropoli. In quell’occasione erano stati rubati 40mila euro. Mentre è stata sventata, grazie alle intercettazioni, una rapina ai danni della Caripe di Tortoreto nel 2015. Sempre nel corso delle indagini sono stati accertati diversi episodi di estorsione e usura ai danni di diversi imprenditori (denunciati dalle stesse vittime) con tassi di interesse sui prestiti effettuati pari al 600 per cento annuo e un vasto giro di spaccio di cocaina, di provenienza napoletana ed albanese, destinata al mercato della costa teramana e dello stesso capoluogo.
